Il nuovo linguaggio della coesistenza con il Covid

UMBRIA – Stiamo imparando a convivere con il Covid, o almeno questo è il tentativo della stragrande maggioranza degli individui costretti a cambiare abitudini e a trovarsi di fronte a scenari nuovi, impensati e impensabili sino a qualche mese fa. In questo frattempo molti aspetti della vita sociale e produttiva sono cambiati, a cominciare dalla mortalità di molte imprese che non hanno retto l’impatto con la sostenibilità dei costi delle sanificazioni e di una nuova organizzazione strutturate sulle nuove regole imposte dai Dpcm. E’ una realtà in via di trasformazione quella che stiamo vivendo sul limine di grandi incertezze future, tra città che si spopolano lasciando dubbi sull’efficacia di quel sistema di reti tecnologiche e culturali ambite sino a poco fa, per cercare una propria dimensione individuale di “salvezza”, solitaria ed isolata, per tentare di ridurre al massimo i rischi di contagio. Tutto questo produce modalità nuove di stili di vita e di approccio, di relazione e con essi anche di comunicazione con uno slittamento sul piano inclinato della creazione di un sistema di significanti e significati, di simboli e segni nuovi, inediti e, per molti aspetti, spaesanti, disorientanti, creando quel détournement dei valori estetici e ideologici di cui già i situazionisti parlavano sul finire degli anni Sessanta.

Questo muoversi per situazioni, questo approccio emergenziale che non dà niente per certo e scontato, crea di giorno in giorno, anche i presupposti di un nuovo immaginario, di nuovi paradigmi culturali e antropologici che si riflettono inevitabilmente anche su quelli economici e di marketing. In questo quadro anche le città che abitiamo stanno cambiando aspetto per riferirsi alle nuove modalità dell’esistere e svelando i nuovi simboli e i nuovi segni dell’era Covid. Le città umbre, in questo caso Perugia e Terni, non fanno eccezione e le immagini che proponiamo sono proprio riferite a quel composito affastellato, coacervo forse ancora un po’ confuso, di comunicazione e di attività commerciali che si stanno adattando e che ispirano il nuovo.

Così ad esempio a Perugia, in via Settevalli, è nata un’attività commerciale che presidia con tutto l’armamentario possibile, la nuova emergenza Covid o, nell’area di Madonna Alta, si addensano code in attesa della richiesta di tamponi in un laboratorio di analisi privato a scopi precauzionali alla ripresa delle attività, compresa quella scolastica, in completa sicurezza. Terni si misura invece con i suoi nuovi simboli con una serie di immagini che fanno riferimento all’appello ai nuovi presidi sanitari che costellano le nostre esistenze e con, ad esempio, i distributori automatici di vivande e alimenti forniti, da ora, anche di mascherine e gel. Ecco i segni di un mondo che cambia e che si adatta alle nuova modalità del vivere disponendo di tutto l’apparato necessario per farlo.

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.