PERUGIA –Dal 21 settembre al Museo Nazionale dell’Umbria, o se preferite alla ex Galleria Nazionale dell’Umbria stando alle direttive ministeriali, si inaugura la mostra: “L’autunno del Medioevo in Umbria” a cura di Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi.
Il focus centrale della mostra è rappresentato da una serie di cassoni nuziali del Quattrocento, arredi in uso nelle dimore rinascimentali italiane, di cui si conservano pochi esemplari, alcuni ascrivibili a Giovanni di Tommasino Crivelli e alla sua bottega perugina.
Il cofano nuziale è un arredo fondamentale tra XIV e XVI secolo dove la sposa riponeva le sue doti di vesti e oggetti preziosi: la finalità del cofano era pratica, ma anche estetica ed economica, manifestazione visiva di una politica di alleanze tra nobili famiglie.
La mostra racconta attraverso alcuni rari cassoni di area geografica umbra una nuova storia attributiva, facendo luce su una semicancellata maestranza di legnaioli e artisti perugini. E questa singolare produzione di cofani istoriati, modellati in gesso rilevato, sfavillanti nel gioco delle minute incisioni in punta di stiletto, con una serie di soggetti profani e cortesi è posta in dialogo con dipinti coevi conservati nel museo, a fondo oro, come la “Madonna con bambino e angeli” di Gentile da Fabriano.
I temi raffigurati, dai semplici motivi animali o vegetali, ripetuti talvolta in modo seriale, alle vere e proprie narrazioni, cortei e feste nuziali, ma anche episodi tratti dalla mitologia e dalla storia greca e romana, dalla Bibbia, dai romanzi medievali, scelti perlopiù tra quanti meglio richiamavano le virtù tipiche della vita matrimoniale e ne condannavano i vizi.
E così un cassone racconta la storia della virtù violata di Lucrezia, un altro la favola dell’Aquila d’oro, e poi le stoffe damascate delle dame di corte, quasi una nostalgia “autunnale” di un mondo di bagliori gotici e valori cortesi alle porte del Rinascimento.
La ricerca ha permesso di svelare l’identità di uno degli artisti delle “storie” effigiate nei cassoni: il pittore milanese Giovanni di Tommaso Crivelli, documentato dal 1433 a Perugia dove rimase fino alla morte