Il muro di pietra degli Ostinati

Quando ascoltando musica si cerca di allargare il proprio orizzonte oltre i confini rappresentati da nomi altisonanti può anche capitare di imbattersi in lavori che non ti saresti aspettato.

Qualche settimana fa, no il tempo passa molto in fretta, è già trascorso oltre un mese, l’amico Loris Furlan di Lizard Records mi ha inviato una mail con la segnalazione del disco d’esordio del gruppo siciliano “Ostinati” dal titolo “Stone wall”, corredato dal videoclip del brano d’apertura dell’album, “Syncro”, realizzato dalla videomaker e fotografa Federica Vero, girato presso l’ex mattatoio comunale di Modica adesso riconvertito in uno spazio artistico polivalente  chiamato “Mattofficina”. https://www.youtube.com/watch?v=uZ7zL4OZ7Uw

Ancor prima di leggere qualcosa sul gruppo ho dato un’occhiata al video ed alcune sonorità mi hanno intrigato; un bel salto nel jazz rock, un genere che in Italia ha sempre molto attecchito, con validissimi esempi sula scia della svolta elettrica di Miles Davis, della Mahavishnu Orchestra e dei Weather Report quali Perigeo, Arti & Mestieri, Napoli Centrale, Agorà, Venegoni & co., Nova, Baricentro .

Dopo un periodo ad eseguire musica altrui il gruppo un paio d’anni fa si è messo al lavoro su materiale originale grazie alle composizioni del leader e sassofonista Sergio Battaglia mentre gli arrangiamenti sono il frutto del lavoro di squadra del quintetto, composto anche da Riccardo Drago alla chitarra, Carmelo Rendo alle tastiere, Adriano Denaro al basso e Giovanni Cataldi alla batteria e percussioni.

La copertina di Stone wall

I brani dell’album sono dieci, tutti originali meno la rilettura di “Speak no evil” di Wayne Shorter; tutti i musicisti pur provenendo da esperienze non solo legate al jazz si destreggiano bene.

Il genere proposto, tra jazzrock e fusion, fa sì che l’ascolto del lavoro risulti gradevole; alcuni passaggi sono molto interessanti; una sorta di musica per immagini che ti trasporta in un ambiente spesso soffuso, solo di tanto in tanto caratterizzato da tinte maggiormente movimentate.

Alcuni brani mi sono piaciuti ed in particolare: “Syncro”, già pubblicato da qualche mese sulle piattaforme digitali dove il sax di Battaglia è subito in evidenza mentre una chitarra liquida insieme alle tastiere fanno da sfondo a “St. James Street”, ma il sax di Battaglia è ancora in agguato.

La rielaborazione di “Speak no evil” di Wayne Shorter, leggermente rallentata ed un po’ più breve rispetto all’originale ma molto ben eseguita; “Smooth lava”, dall’inizio con una chitarra spagnoleggiante; l’intensa ballad “Settembre” e la conclusiva “Last song”.

Il gusto per la melodia fa la differenza in questo lavoro ed è un buon esordio per i siciliani, che speriamo tengano fede al loro nome proseguendo sulla strada intrapresa.

Alfredo Buonumori: Perugino, diploma di maturità classica, commerciante per una ventina d’anni, da sempre appassionato di musica (tutta quella bella), ma il cuore batte più forte per il progressive rock, il primo amore, e per il jazz. Dal 2019 fa attivamente parte di un’associazione culturale-musicale che si occupa della diffusione della musica progressive rock.