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Il mondo della scienza apre le porte a tutti con "Sharper Notte europea dei ricercatori"

PERUGIA – Dalla scoperta del “vet-factor” per piccoli aspiranti veterinari alla scoperta del cielo con attività rivolte ai bambini, dalle tecniche e tecnologie innovative che stanno dietro alle indagini della Polizia Scientifica alla passeggiata “interattiva”  sui luoghi inediti della storia di Perugia, dalla scoperta dei musei cittadini a quella della luna, nell’anno del cinquantesimo anniversario del primo allunaggio. Sono solo alcune delle numerose iniziative che animeranno la sesta edizione di Sharper Notte europea dei ricercatori che è stata presentata a Palazzo Murena. La Notte dei ricercatori si svolgerà venerdì 27 settembre con inizio alle ore 15 sino a mezzanotte con 70 appuntamenti frutto del contributo di tutti i 16 Dipartimenti dell’Università di Perugia animando il centro storico e la nuova area urbana di Monteluce. Saranno coinvolti 108 professori e ricercatori dell’Ateneo perugino insieme a 121 tra dottorandi, assegnisti e studenti. Sharper è organizzata dall’Università di Perugia in collaborazione con Psiquadro e il patrocinio di Regione e Comune, si svolgerà contestualmente in altre 12 città italiane di 8 regioni diverse: insieme a Perugia appaiono Ancona, Cagliari, Caserta, Catania, L’Aquila, Macerata, Napoli, Nuoro, Palermo, Pavia, Trieste.  Un’iniziativa di cui si è detto orgoglioso il Magnifico Rettore Franco Moriconi: “La Notte dei ricercatori – ha sottolineato – è un esempio brillante dell’idea di università che ho sempre perseguito, quel luogo trasparente, quel palazzo di vetro che ho sempre voluto e che mette in stretta relazione ricercatori e cittadini, laboratori e giovani e adulti”. .  I numeri della manifestazione – a cui Perugia ha dato la sua adesione sin dai primi anni – parlano di un grande evento: in generale, in Italia, 38 siti del patrimonio culturale diventano teatro delle attività; 250 sono i partner culturali di Sharper; oltre 4.000 i ricercatori coinvolti; più di 600 le iniziative che avvicinano cittadini e ricercatori. Per ciò che riguarda nello specifico la città di Perugia è “una tradizione di best practice – ha sottolineato l’assessore comunale Michele Fioroni – di grande valore e che crea le condizioni di incontro su un terreno che diventi sistema territoriale sul piano dell’innovazione e della digitalizzazione. Non solo, Sharper è anche un momento pubblico che offre opportunità di ispirazione per i giovani, esempio di contaminazione tecnologica, ma anche pedagogica dell’innovazione”. E i risultati, dopo l’impegno corale del mondo dell’Università e della ricerca scientifica, cominciano ad arrivare insieme ai riconoscimenti. Si dice entusiasta del fatto che per la prima volta un ministro della Repubblica abbia presentato ufficialmente, tre giorni fa, le Notti europee dei ricercatori, mettendo in “rete” tutti gli operatori coinvolti, Leonardo Alfonsi, in rappresentanza della società di comunicazione scientifica Psiquadro che parla di una sfida che “solo quando la “fragile rete di cristallo” messa in piedi si sarà solidificata, la sfida potrà essere considerata vinta”. “Per noi docenti – ha detto Helios Vocca, coordinatore per l’Ateneo di Perugia dell’edizione 2019 dell’evento – la Notte dei ricercatori è una festa, unica occasione in cui veniamo visti “quasi” come persone “normali”, dato che per la gran parte dell’opinione pubblica non si sa bene cosa facciamo nel nostro lavoro”. C’è un po’ di diffidenza, insomma, la diffidenza che divide gli studiosi dalla gente “normale” che in realtà non ha motivo di esistere, dato che “docenti e ricercatori oltre che da un po’ di competenza sono mossi da tanta passione”. Vocca ha concluso citando un aneddoto del presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica Nicolò D’amico raccontato in una recente intervista televisiva: “Quando noi eravamo ragazzi – ha raccontato Vocca – smontavamo e sfasciavamo gli orologi e i giocattoli per capire cosa c’era dentro: questo è quel che fa anche il ricercatore. I ragazzi d’oggi non possono smontare i giocattoli. O meglio lo possono fare, ma troveranno semplicemente circuiti integrati, sono nell’impossibilità di rimontarli e di capirne i meccanismi. Risultato: i giovani d’oggi sono ottimi esecutori, ma oggi più che mai abbiamo bisogno di chi smonta ed è capace di capire come rimontare”.

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