PERUGIA – Occhi sbarrati che ti guardano in cerca di comprensione. Pelle scura. Volti che giorno dopo giorno si rilassano, si fidano, si tranquillizzano. Gradualmente le prime parole pronunciate in italiano. Da un semplice “Ciao” ad un vero e proprio discorso “Oggi maestra finalmente sto bene, mi piacerebbe fare un salto in biblioteca nel pomeriggio…”.
Mesi insieme trascorsi in classe. Idee, preoccupazioni, scambi culturali, condivisioni che portano alla concretizzazione di relazioni vive. Arrivati a questo punto si può “andare fino in fondo”. Cos’hai vissuto per arrivare qui? Com’è stato il tuo viaggio?
“Il mio viaggio verso l’Italia” è diventato un piccolo libro realizzato dalla Cooperativa Sociale Perusia Onlus per cui lavoro dal 2012 come insegnante di lingua italiana. Insieme al poeta e scrittore Emmanuel Di Tommaso tra il 2017 e il 2018 abbiamo ascoltato storie di migranti ogni giorno ed abbiamo ideato un laboratorio che mettesse a proprio agio gli interlocutori. Come avvolti dalla magia, di fronte ad una cartina geografica, in un connubio si sentimenti oscillanti tra malinconia, ricordi e desideri per il futuro, i beneficiari del progetto SPRAR (Sistema di Richiedenti Asilo e Rifugiati) del Comune di Perugia si sono raccontati e ci hanno mostrato che il viaggio non è affatto la meta, ma inizia dal giorno in cui si lascia la propria casa e ci si mette in cammino. Per molti dei richiedenti asilo intervistati, la strada è ancora lunga, per altri, è già più nitida e tracciata.
Il 18 giugno, alle ore 19 al Centro Immigrati di via del Favarone 24/i ci sarà un incontro di presentazione (rivolto alla cittadinanza e agli scout Pg 10 di Castel del Piano/ Pila e Corciano 1) de “Il mio viaggio verso l’Italia” dove si potranno ascoltare le testimonianze di altri giovani uomini che sono stati costretti a spostarsi per mettere in salvo la propria vita.
In ogni racconto emerge il coraggio di ricominciare. In ogni storia ci sono passaggi dolorosi, come la permanenza in Libia. Tra le pagine, un altro fil rouge è la riconoscenza nei confronti di chi ha saputo tendere le mani per accogliere, ascoltare, sostenere pesi inenarrabili.
La vita di tutti è a tratti difficile, per un adolescente che forse non rivedrà più la propria famiglia forse lo è ancora di più. Per tutti gli esseri umani solo l’amore può lenire il dolore.
La piccola pubblicazione è dedicata alla professoressa di Diritti Umani dell’Università degli Studi di Perugia Monia Andreani, scomparsa troppo giovane, ancora viva negli sguardi di chi ha avuto l’opportunità di conoscerla.
L’incontro rientra nelle iniziative della Giornata mondiale del rifugiato indetta dall’UNHCR.