Ci scuserà il signor ministro Dario Franceschini per l’immagine sconveniente, ma pensando agli Stati generali della Musica da lui indetti dopo l’estate, viene da pensare che gli artisti italiani non potranno accontentarsi di veder “colorate” le loro chiappe chiare, come Gabriella Ferri invitava a fare. Perché nel frattempo, le loro natiche, saranno state esposte a ben altri eventi naturali scatenati da sana incazzatura.
Ci scuseranno, altrettanto, i delegati che hanno avuto l’onore e l’onere di incontrare il Ministro, seppure hanno nomi e sigle altisonanti: nell’ordine, Manuel Agnelli e Diodato e i delegati del coordinamento La Musica Che Gira, Fondazione Centro Studi Doc e KeepOn Live. Infatti, loro, hanno in coro chiesto “un confronto sugli strumenti atti a garantire sostegno al settore musica”. Ci aspettavamo però qualcosa di più, come sintesi, rispetto al comunicato ministeriale dal quale si evince che il Ministro ha preso atto “dei flash mob #senzamusica e #iolavoroconlamusica”, delle” istanze presentate dagli esperti delle associazioni che propongono di estendere le tutele sociali per supportare le attività imprenditoriali della musica dal vivo e stimolare una riforma organica del settore”. Si assicura “che una volta superata la fase emergenziale” (sic), il MiBACT “si impegna a proseguire il dialogo allargandolo alle altre realtà del settore per mettere in campo misure di riforma strutturale, con una forte attenzione al lavoro, alle forme contrattuali e alle tutele sociali”.
E allora? “Per queste finalità è stata accolta la proposta della delegazione ricevuta ieri 26 giugno e “il Mibact indirà, dopo l’estate, gli Stati Generali della Musica”.
Marco Giallini, per voce del suo vice questore Rocco Schiavone, avrebbe magnificamente apostrofato: “”sti cazzi!”. Noi preferiamo un più ordinario: buonanotte ai suonatori.
Foto di copertina: urbanpost.it