Il fenomeno presenta un inequivocabile tratto distintivo: in crescita sia tra gli uomini che tra le donne, il part time vanta – si fa per dire – una specificità femminile che si rafforza nel tempo, al punto che nel 2018 a lavorare con un contratto part time risulta essere una donna su tre (in Umbria oltre 50 mila su un totale di 155 occupate totali). Il più delle volte si tratta di una condizione non desiderata – ovvero accettata in assenza di un’alternativa a tempo pieno, da qui il nome di part time involontario – che, ancora, si caratterizza per una connotazione segnatamente femminile. In Umbria, come in Italia, una donna su cinque che lavora per il mercato ha un contratto part time involontario. Sono dunque soprattutto le donne a lavorare per meno ore, e a uno stipendio ridotto. E se l’Italia, con questo indicatore, si pone seconda nella graduatoria europea dopo la Grecia, l’Umbria contribuisce a questo posizionamento con valori un po’ superiori a quelli nazionali. | |