Il futuro della ceramica: consegnate le cinque richieste ai parlamentari

DERUTA – Il primo passo formale della Strada della Ceramica dell’Umbria è stato fatto. Come sempre si tratta di vedere quale sarà la fine del cammino. E’ questo il senso della consegna al Parlamento delle richieste avanzate dal panorama della ceramica umbra.

“E’ stato un incontro proficuo quello di Roma ma ora attendiamo le risposte, ma soprattutto le azioni concrete che questo settore merita” conferma il sindaco di Deruta, Michele Toniaccini, al termine del confronto a Palazzo Madama, con Luca Briziarelli (Lega), Maurizio Gasparri, Fiammetta Modena (Forza Italia), Stefano Collina (PD), Emanuele Prisco (Fratelli d’Italia), Walter Verini (PD) e Gianpaolo Cassese (Movimento 5 Stelle).

Assieme al sindaco, che è intervenuto anche in rappresentanza della Strada della Ceramica dell’Umbria e quale membro dell’Associazione italiana delle città della ceramica, c’erano la presidente del Comitato Artigiani Ceramisti di Deruta, Annalisa Mordenti e altri membri della giunta e del Comitato stesso.

Ai parlamentari è stato consegnato il documento redatto dal sindaco, insieme al Comitato, e condiviso dalla Strada della Ceramica, dall’Aicc e dalle associazioni di categoria, nel quale sono riportati i cinque punti minimi e necessari per il rilancio del settore, escluso dal dl Ristoro-bis.

“E’ una sintesi delle necessità del settore – commenta Toniaccini – ma ancor prima testimonianza di quanto questo comparto sia strategico per l’economia umbra e più in generale nazionale.

La ceramica artistica tradizionale è ambasciatrice della nostra Italia nel mondo. I suoi colori, i suoi tratti, i suoi disegni sono espressione della nostra identità, delle nostre tradizioni, della nostra cultura. La ceramica artistica è il più bel biglietto da visita delle nostre città d’arte.

L’incontro deve rappresentare solo il primo passo di un più lungo e costruttivo percorso di confronto e di operatività.

Noi non abbiamo bisogno di promesse, né di risposte nel lungo termine, ma di atti concreti e immediati per la sopravvivenza, oggi, delle nostre aziende. Domani è già troppo tardi.

Gli artigiani derutesi, produttori di maioliche artistiche da secoli, patrimonio di eccellenza della regione Umbria, stanno vivendo un lungo periodo di crisi.

Un settore che è strettamente legato al turismo, ormai completamente assente, e che necessita urgentemente di misure, evidenziate nel documento stesso, volte a garantire la sopravvivenza delle piccole imprese, affinché possano poi attuare le strategie necessarie alla promozione del territorio, in attesa di una ripartenza che si prevede essere ancora lontana.

Il documento contiene cinque richieste, poche, ma di sostanza, che serviranno a dare ossigeno ai nostri artigiani. E parte da una premessa fondamentale: l’esclusione del settore nel dl Ristoro-bis.

Sono misure configurabili come strategie di breve periodo che ci auguriamo possano risollevare o quantomeno contrastare il declino del settore: ristoro, come avvenuto nel precedente lockdown, che vada a coprire almeno in parte i mancati ricavi; esonero dal pagamento dei contributi INPS per il periodo di limitazione agli spostamenti che hanno colpito il turismo, settore strettamente correlato alla ceramica artistica; esonero dal pagamento della TARI; sconti sulle utenze (energia elettrica, calore); posticipo del pagamento dell’IVA.

Non solo aiuti alle imprese e quindi, indirettamente, all’occupazione e all’economia, ma soprattutto tutela di un patrimonio regionale e nazionale, di un bene che, come ho già sottolineato, è ambasciatore della nostre arte nel mondo.

Ai cinque punti di breve periodo si dovrà, poi, affiancare una visione di medio-lungo periodo che prevede, fra le altre azioni, la formazione del personale e la digitalizzazione delle attività. Si tratta di una combinazione tra strategia prettamente aziendale e promozione del brand della ceramica artistica a livello collettivo, al fine di mantenere alto il livello di reputazione della ceramica.

Risulta di fondamentale importanza investire in piattaforme di vendita on-line (e-commerce), accompagnate dall’utilizzo dei social, tramite cui promuovere e “raccontare” in modo alternativo i propri prodotti.

Nelle mani sapienti dei nostri artigiani sono custodite non solo arte, tradizioni e cultura, ma anche saperi antichi che, diversamente, andrebbero per sempre persi.

Abbiamo bisogno di recuperare il valore delle botteghe d’arte e di tramandarle alle giovani generazioni, di fare di quei laboratori il centro di una esperienza formativa e anche turistica che, se ben costruita, risulterà un’esperienza unica e indimenticabile”.

Redazione Vivo Umbria: