PERUGIA – Il freddo è tornato a colpire e la gelate della notti scorse ha sorpreso tutti con le temperature per più ore sotto lo zero, anche a -7° e con punte pure maggiori. A lanciare l’allarme nelle campagne umbre sono le associazioni di categoria, dalla Coldiretti alla Cia regionale. Da un monitoraggio della Coldiretti Umbria sugli effetti del maltempo sulle coltivazioni agricole, in particolare su frutta, viti e ortaggi è emerso che “nonostante gli impianti antibrina, si registrano seri danni ai frutteti”.
A illustrare la situazione è Luca Fauri, dell’azienda ortofrutticola “Grazia”, di Città di Castello: “Se gli albicocchi erano già stati colpiti nelle scorse settimane, ora è toccato alle susine e alla fioritura delle pere e delle mele. Anche se, per queste ultime, bisognerà attendere i prossimi giorni”.
Non è certamente la prima gelata del secolo, già in passato ne erano avvenute altre: “Due anni fa e, ancora più indietro, nel ’97. In generale, siamo preparati a questi eventi avversi, ma fino a 4 gradi sotto lo zero, oltre l’intervento con l’antibrina diventa pericoloso”.
Secondo la Coldiretti, risultano già “forti ripercussioni, in certi territori come Montefalco, anche per le viti, in particolare per le varietà di uve precoci, con possibili cali di produzione importanti, così come nel perugino per gli ortaggi fuori serra, come fave, carciofi, asparagi e piselli, oltre che per le fragole”.
Gli effetti di questo freddo fuori stagione saranno più visibili con il passare dei giorni, quando “continuerà il monitoraggio di una situazione che può nuocere anche alle api, così come alle piante ornamentali nei vivai e in generale alla produzione made in Umbria.
Il crollo delle temperature sottozero in primavera mette a rischio i raccolti dopo un periodo di alte temperature che hanno favorito il risveglio della vegetazione che è ora più sensibile al grande freddo. L’abbassamento della colonnina di mercurio per lungo tempo sotto lo zero provoca danni gravissimi, ma lo sbalzo termico ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra di ortaggi e di fiori, soprattutto se si considera che i prezzi del gasolio sono in continua crescita da novembre”.
Naighi