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Il Feudo di Ferentillo al tempo di Alberico Cybo Malaspina: un volume ne percorre la storia

FERENTILLO – Un territorio importante e prestigioso e’ stato da sempre quello di Ferentillo fin dalle origini. Dapprima come soggetto alla Abbazia  di San Pietro in valle, poi alle dipendenze di Spoleto e dal XVI alla fine del XVIII sec. come ducato Cybo e Cybo Malaspina.

La fiction di alcune settimane passate in onda sulla RAI  a riguardo della “saga della famiglia Medici di Firenze”,  ha evidenziato, tramite figure importanti della storia, l’evolversi del feudo rinascimentale di Ferentillo. Fu Papa Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo) padre di Franceschetto Cybo, ad acconsentire, in accordo con Lorenzo De Medici, al matrimonio di suo figlio con Maddalena De’ Medici. Il Papa costitui, con il consenso del Capitolo Lateranense, per il figlio Franceschetto, il feudo  dell’Abbazia di San Pietro in Valle e i suoi castelli. Dal matrimonio nasce Lorenzo Cybo che sposerà nel 1515  Ricciarda Malaspina marchesa di Massa e signora di Carrara  accorpando Ferentillo in questo feudo prestigioso. Leone X conferma a lorenzo nel 1517, cosi anche Paolo III nel 1543 l’eredità del feudo di Ferentillo che proseguì fino ad Alberico Cybo Malaspina figlio di Ricciarda Malaspina e Lorenzo Cybo. Alberico assume tra tanti altri il titolo di Marchese di Massa, Signore di Carrara, Conte di Ferentillo e Governatore della terra di Monteleone. Con il Principe Alberico Cybo Malaspina il territorio di Ferentillo diventa un principato con proprie leggi e statuti dati e firmati nel 1563 il giorno 5 nel mese di maggio.
Lo statuto del Comune di Ferentillo, restaurato da qualche tempo, e’ composto da 117 carte di mm 340×225. Il testo e’ scritto in latino curiale. La stesura e’ di 25 righe. La compilazione fu eseguita dal notaio Giovanni Giudici che firma la fine del primo libro. Il carattere calligrafico del Giudici giunge fino all’inizio del IV libro, a seguire il carattere ordinario del cancelliere Astolfo Mosticoni. Il testo e’ munito di ANNOTATIONES ET RIFORMATIONES del XVI secolo e le appropriazioni degli statuti da parte dei Priori di Spoleto. Lo statuto ha per titolo: STATUTUM STATUS FERENTILLI SERENISSIMI DUCIS MASSAE CYBO. Il testo e’ diviso in 5 libri: DE REGIMINE che comprende 14 rubriche; DE CIVILIBUS CAUSIS con 26 rubriche; DE MALEFICIIS (de ciminalibus causis); DE EXTRAORDINARIIS con 37 rubriche; DE DAMNIS DATIS con 32 rubriche con l’atto di approvazione:  SUBSCRIPTIO ILL.MI DNI. PRINCIPIS CONFIRMAMUS AC PRO LEGE PERPETUA SUPRADICTA STATUTA SECUNDUM ANNOTATIONES CORRECTIONE ET ADDICTIONES PER JOANNEM DE IUDICIBUS DE MASSA AUDITOREM NOSTRUM DE CONSENSU ET VOLUNTATE NOSTRA FACTAS OBSERVARI MANDAMUS.DATUM FERENTILLI DIE VIGESIMA SECUNDA APRILIS 1563 ALBERICUS CYBO PRIN. Lo stato di Ferentillo era così amministrato: un consiglio generale o arenga; un consiglio speciale (oggi giunta); un commissario; tre priori uno per terzietà (Sacrato, Matterella, Borcino).seguivano poi i Baioli, il Camerario, i Sindaci, il Capitano o Contestabile, gli Anteposti, i Custodi dei castelli, i Vicari, gli Estimatori. Ma ecco lo stemma dei Cybo ossia il primo, quello di papa INNOCENZO VIII:  rosso alla banda scaccata di tre file di argento e di azzurro, e a capo di Genova: che e’ d’argento alla croce patente di rosso;  invece nel Battistero della chiesa di Santo Stefano a Precetto e’ lo stemma di Alberico  con la data 1557.
Il principato duro fino al 1730 quando, Alderano Cybo lo vendette Niccolo’ Benedetti e ai Montecchio di Fano. Nel 1847 Luigi de Montholon francese riceve da Pio IX il titolo di principe di Umbriano e Precetto. Con l’Unità d’Italia Ferentillo diventa comune. In un volume, atti di convegno, svoltosi a Ferentillo il 30 e 31 maggio del 2008, sono raccolte le relazioni di studiosi e ricercatori, storici, archivisti, inerenti al Principato di Ferentillo; alle relazioni hanno contribuito: la Soprintendenza Archivistica per l’Umbria, Deputazione di Storia Patria per le province Modenesi sezione di Massa e Carrara, Archivio di Stato di Massa, Archivio di Stato di Terni, Archivio di Stato di Spoleto. Relatori: Olga Raffo Maggini, Paolo Pelu’, Luigi Rambotti, Claudio Giumelli, Valentina Di Sabatino, Duino Ceschi, Letizia Salvatori, Maria Rosaria Benvenuti, Maria Paola Bianchi. La mostra documentaria allestita per l occasione  e’ stata curata da Elisabetta Bogini e Rosella Martinelli.

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