Il dono del Barbarossa a Spoleto per una pace duratura: le Icone di Maria

SPOLETO – Federico I di Svevia detto il Barbarossa, vive ogni qual volta che si parla della SS Icone di Maria e, più precisamente, ogni 15 del mese di agosto. Infatti il giorno che la chiesa celebra l’ Assunta, ricorre l’evento quando Federico, imperatore del Sacro Romano Impero, donò nel 1185 alla citta’ di Spoleto l ‘effige della madre di Dio dopo il saccheggio avvenuto nel 1155.

La citta’ era di parte con il papa avverso all’ imperatore. Dopo 30 anni, l’imperatore tornò nella citta’ e in segno di pace dono’ l’ Icone di Maria. Un semplice dipinto su tavola d’ oro. L’effige di pura arte bizantina, rappresenta la “MADRE AVVOCATA” senza il Bambino Gesu’,  e la tradizione vuole che sia stata realizzata dallo stesso San Luca. Sembra che il dipinto sia arrivato allo stesso Barbarossa tramite Corrado III al tempo delle crociate del 1146. Quindi il dono fu accettato e conservato gelosamente dagli spoletini. Per quasi cinque secoli il dipinto fu sistemato nella cappella delle reliquie, poi nel XVII sec fu realizzata l’apposita cappella  donata da Andrea Mauri eseguita nelle architetture da Giovan Battista Mola nel XVII sec.
I dipinti raffiguranti le storie della Vergine sono di scuola romana. La sopraelevata con colonne scanalate sormontate da doppio timpano triangolare sovrapposto, spezzato e simmetrico con puntini e volute. La calotta interna della cupola presenta decorazioni a rosette in stucco dorato. Nelle nicchie laterali  dell’ incasso statue coronate che indicano il centro dell edicola ove, sotto la raffigurazione del paraclito e custodito la SS. Icona. La cappella de’ adorna di stucchi e affreschi e un tabernacolo. Le statue sono opera di Alessandro Algardi e i busti raffigurano i committenti ossia Drea Mauri e Livia Zucconi da Camerino. Ancora oggi qui si custodisce la Sacra Effige oggetto di venerazione anche da parte dei comuni del comprensorio spoletino. Le cerimonie citate anche negli statuti comunali, prevedono l’offerta dei ceri alla SS. Icone dai parte delle comunità. Nel 1800 Papa Pio VII, in tempi non certo belli per la chiesa, scendendo da Venezia a Roma si fermò a Spoleto e omaggio’ la Ss. Icone con un prezioso diadema con cui l’incorono’ lui stesso. Ma l’omaggio alla Madonna Assunta  di Spoleto, e’ riflesso con i segni di arte e dedicazione della maggior parte delle chiese del territorio ricadente sotto la curia. Affreschi dell’Incoronazione, su imitazione del Lippi al duomo,  sparsi un po’ ovunque, quale segno di sottomissione popolare e devozione spirituale.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.