ROMA – Quando alcuni mesi fa iniziò a circolare la notizia del ritrovamento di un filmato che catturava una delle circa 30 date del tour forse più famoso in Italia, che si svolse tra fine del 1978 e l’inizio del 1979, ero un po’ dubbioso.
All’epoca rammento che, pur essendo già fan del più famoso gruppo italiano, “la situazione”, come la definisce Franz Di Cioccio mentre scorrono le immagini del concerto durante la presentazione di musicisti che prevedeva quest’accoppiata, inedita per l’Italia, di un cantautore accompagnato da una rock band, mentre negli Stati Uniti si erano succeduti Bob Dylan & The Band e Jackson Browne con gli Eagles, anche perché la musica di De Andrè la seguivo poco o nulla, mi lasciò quasi indifferente.
Inoltre il fatto che durante il tour non passarono da Perugia mi fece perdere quell’evento che recuperai successivamente con la pubblicazione dei due dischi che ne testimoniavano l’esibizione.
Andando avanti negli anni grazie al gruppo che dal 2004, a venticinque anni di distanza, ha riproposto in concerto quel repertorio, utilizzandone parte, come “Volta la carta” o “Il pescatore” anche nelle performance dedicate solo alla propria musica, mi ha fatto avvicinare a quelle sonorità ed ho pian piano compreso cosa mi ero perso.
Le pubblicazioni, prima nel 2007, della rimasterizzazione di entrambi gli album in doppio cofanetto digipack e nel 2008 del cd/dvd “PFM canta De Andrè” ha fatto definitivamente scattare la molla, tant’è vero che in occasione del tour del quarantennale “Pfm canta De Andrè Anniversary” ho assistito a ben quattro concerti, compreso la data zero del 9 marzo 2019 a Salsomaggiore.
La collaborazione tra De Andrè e PFM inizia quando ancora il gruppo non aveva ancora assunto quel nome, si chiamavano infatti “I Quelli”, e parteciparono a “La buona novella” nel 1970 (ripresa a quarant’anni da un bellissimo tributo di PFM con oltre mezz’ora di musica aggiunta, che trova ampio spazio all’interno dello spettacolo del tour “Anniversary”), e riprende nel 1978, dopo che De Andrè, trasferitosi in Sardegna, chiede ad un amico pastore (dal momento che non aveva la patente), di accompagnarlo ad un concerto del gruppo.
Un invito a pranzo per il giorno successivo a casa del cantautore genovese per i musicisti origina tutto, grazie a Franz che, con nonchalance stuzzica “Faber”, dicendogli “… perchè non facciamo qualcosa insieme”, come già avviene negli Stati Uniti per collaborazione tra cantautori e gruppi rock.
De Andrè, notoriamente schivo e che non si esibiva in concerto da anni, prende tempo, e quando ne parla, praticamente con tutti, addetti ai lavori e non, viene vivamente sconsigliato.
Lo stesso accade per il gruppo milanese, che a sua volta aveva iniziato a far circolare l’idea.
E’ proprio a quel punto, visto che si trattava di una “mission impossible”, che De Andrè accetta e prende il via la “situazione”, pur tra momenti difficili; anche tra il pubblico infatti c’erano le due fazioni, quanti andavano a sentire solo De Andrè e quanti solo la PFM, a cui si mescolavano i cosidetti contestatori della musica gratis, in una sorta di mix esplosivo che in alcune date si rivelò drammatico per gli scontri verificatisi.
Il tour ebbe un grande successo, e non ne esisteva, a quanto noto, nessun riflesso filmato.
Lo notizia del ritrovamento di questo materiale girato all’epoca, con un tacito accordo con De Andrè, che rifuggiva dai media, e che si raccomandò con il responsabile delle riperse (Piero Frattari, che poi è la persona che ha ritrovato il film), che gli operatori risultassero invisibili, ha creato curiosità ed il risultato è quello che vi andiamo a raccontare.
Già la definizione docufilm poteva far pensare a momenti musicali inframmezzati da interviste, invece va riconosciuto al regista Valter Veltroni il merito di aver fatto la scelta di inserire nella prima parte solo il racconto di quei momenti, con interviste a buona parte dei musicisti di PFM coinvolti nel tour, a Dori Ghezzi, a David Riondino (opener del concerto dell’epoca), al fotografo Guido Harari, all’operatore di quel filmato, Piero Frattari, ad uno spettatore della data di Genova del 3 gennaio del 1979, cui ci si riferisce, Antonio Vivaldi.
Dopo circa mezz’ora quindi di racconto, prende il via il concerto, composto da 14 brani, forse non completo, ma Veltroni ha fatto presente che per due brani le immagini erano così scure che si è preferito non inserirle.
La scaletta, che inizia con “La canzone di Marinella” e si conclude con “Il pescatore”, è quella tipica del tour, e si susseguono brani tra i più famosi del cantautore, che la PFM aveva mirabilmente impreziosito con arrangiamenti che non a caso De Andrè utilizzerà in futuro per tutte le performance da lì in avanti.
Certo le immagini non sono bellissime, ma parliamo pur sempre di materiale che ha rischiato d’essere buttato al macero, e di oltre quarant’anni fa per cui bisogna accontentarsi. Dispiace che ad esempio si riesca solo ad immaginare Di Cioccio alla batteria, infatti si vede solo nel momento in cui presenta la band e De Andrè, ma per scelta tecnica la sua postazione era alla destra del cantautore genovese, che lo copriva, e la telecamera fissa non aiutava certo in tal senso.
Per quel che riguarda il suono invece complessivamente è stato fatto un ottimo lavoro anche se la batteria si sente relativamente poco e si perdono a volte alcuni passaggi delle tastiere (vedasi “Bocca di rosa”, dove Premoli si esprimeva molto bene).
In definitiva merita senz’altro vedere questo concerto e ci auguriamo che possa essere pubblicato in dvd.
Non è un caso che la programmazione sia stata decisa nei giorni in cui ricorre (proprio oggi), l’ottantesimo della nascita del cantautore genovese, e non poteva certo esserci maniera migliore per festeggiarlo; un grande ringraziamento va alla perseveranza di Di Cioccio che si è adoperato perchè questo reperto venisse ritrovato ed il pubblico quindi ne potesse godere.
Buon compleanno Faber
La formazione del tour
Fabrizio Da Andrè: voce e chitarra
Franco Mussida: chitarre e voci
Franz Di Cioccio: batteria e percussioni
Patrick Djivas: basso
Flavio Premoli: tastiere, fisarmonica, cori
Lucio “Violino” Fabbri: violino, chitarre
Roberto Colombo: tastiere, chitarre
La tracklist
La canzone di Marinella
Andrea
Il testamento di Tito
Un giudice
Giugno ‘73
La guerra di Piero
Amico fragile
Zirichiltaggia
Rimini
Via del campo
Avventura a Durango
Bocca di rosa
Volta la carta
Il pescatore