Il castello di Umbriano, il primo paese d'Umbria non deve morire

FERENTILLO – Rimane il baluardo della storia, il castello diruto di Umbriano, posto sulla collina lungo il Nera di fronte alla Abbazia di San Pietro in Valle. Umbriano primo paese dell’Umbria e’ destinato a scomparire per sempre grazie alla inettitudine di chi dovrebbe prodigarsi con diligenza per il suo recupero. Si e’ parlato di acquisizioni, di progetti, destinazioni di fondi, ma …le chiacchiere sono a zero: la torre si sgretola, le case crollano e tutti i simboli altomedievali scomparsi.

I ruderi di Umbriano sono raggiungibili tramite una mulattiera che si inerpica tra il bosco e gli ulivi. Un tratto di percorso suggestivo e ricco di fascino in una natura incontaminata. Fioriscono a primavera anemoni, giunchiglie, viole, primule, rosette selvatiche, ma sopratutto le diverse qualità di orchidee selvatiche; facilmente si possono incontrare lungo il sentiero il tasso, cinghiale, lo scoiattolo, il ghiro, la volpe, l’ istrice il fagiano, quaglie; svariate qualità e specie di uccelli come il falco pellegrino le poiane, gufo reale e civette. A pochi passi dal diruto castello su una piazzola, tra querce e frassini una antica carbonaia. In una goletta, dove in primavera scende un limpido ruscello, alcune insenature sulla roccia testimoniano il passaggio di antichi insediamenti forse i primitivi umbri.

Tutta la valle Suppegna le grotte e insenature comunque e’ stato un centro prolifero di queste popolazioni: ad esempio Tizieno della tribù Quirina fu sepolto come attesta il cippo conservato in Abbazia con la scritta a lui dedicata (Tittienus). Quindi il primo nucleo potrebbe risalire al VII – VIII secolo, ma ufficialmente  la torre, si fa risalire al IX secolo, durante il periodo della invasione saracena a controllo della Abbazia. La torre, che ancora svetta e’ a pianta quadrata con posterla. Sono evidenti due piccoli  bastioni uno quadrato e l’altro cilindrico. La torre faceva parte di un complesso sistema di comunicazione con altre nel territorio: Macenano, Terria, Matterella, Sant’Angelo versante Colleolivo, Monte San Vito, Borcino. Le abitazioni erano disposte a semicerchio sotto la torre versante valle, creando uno stretto borghetto attraversato dalla strada che discente verso il Nera per Precetto e, dall’altra attraverso il Bosco per Macenano. Una nicchia con dipinto votivo ancora si più scorgere sulla facciata di una casa. Fuori dall’abitato,  i ruderi della chiesa romanica con facciata a capanna, campaniletto a vela e portale architravato con diziose mensole. Realizzata tutta in pietra, al suo interno, fino a qualche tempo fa, erano visibili frammenti di affresco raffigurante un San Sebastiano, San Rocco e una SS. Trinita’ nell’abside; per lo stile e tratto dei volti, sembrerebbero essere realizzati dalla mano di  un pittore seguace di Giovanni Di Pietro spoletino detto Lo  Spagna. Qui, sono state profanate anche le botole sepolcrali. Le abitazioni che si incontrano nello stretto borghetto, hanno tutte a piano terra o seminterrato stanze  voltate in pietra, un tempo cantine con vasche per pigiare l’uva, per raccogliere l’acqua o per rimettere gli animali.
Ogni casa ha il suo camino realizzato in pietra, portali architravi in pietra, finestre e davanzali in pietra scolpite e comignoli assai elaborati. Questo tipo di architettura fa presagire la ricchezza e il prestigio del castello anche se prevalente la cultura contadina. L’ economia degli umbrianesi era basata prevalentemente sulla agricoltura, commercio e allevamento pur pagando le decime ai monaci della abbazia proprietari dei terreni vicino al fiume. Vassalli della Abbazia era dato loro il compito di coltivare le terre della valle svolgere la pesca, controllare il passaggio di merci da e per la Valdinarco. Nel XIII secolo però l’abate dell’Abbazia cede il castello, per avere più protezione, al comune di Spoleto. Successivamente nel 1250, tale possedimento viene confermato dal Cardinale Legato Raniero Capocci. Dal 1517 anche Umbriano segue le sorti di Ferentillo con i duchi Franceschetto, Lorenzo Cybo e successivamente Principe Alberico Cybo Malaspina, Alderano, Odoardo. Ultimo signore fu Luigi Desiderato di Montholon che ebbe il titolo di Principe di Umbriano e Precetto dal papa Pio IX nel 1847. Con l’Unità d’Italia entro’ a far parte del comune di Ferentillo. L’ ultima famiglia che vi abito’ rimonta agli anni ’50. Tutti si augurano che anche Umbriano, possa tornare a rivivere come e’ accaduto, a poca distanza, al paesino di Gabbio, sopra  abitato di Matterella.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.