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Il bullismo al femminile nell’ultimo libro di Lorella Marini “Come la neve non fa rumore”

PERUGIA –Le parole sono baci o coltelli” lo ha dichiarato Papa Francesco e, oggi, 7 febbraio, giornata nazionale contro il bullismo, acquisiscono un valore ancora più grande. E lo sa bene la professoressa Lorella Marini, ex docente di lingua inglese al Liceo Scientifico Alessi di Perugia, che nel suo ultimo capolavoro “Come la neve non fa rumore” affronta proprio il tema del bullismo, questa volta tutto al femminile.

L’autrice è di ritorno da Sanremo dove era tra i finalisti del Concorso Casa Sanremo Writers 2022 – Opere Edite, “un’esperienza – come l’ha definita – emozionante”.

Come la neve non fa rumore” è un romanzo pubblicato da Edizioni della Goccia – Collana Giallo Grano di Davide Indalezio, nel giugno 2021.

 

 

Quella della Marini è una carriera divisa fra l’insegnamento e la scrittura e, ancor prima, lettrice attenta di diversi generi. Partecipa a vari concorsi letterari fin dal 1997 e pubblica racconti in antologie di narratori esordienti. Nel 2014, arriva il primo romanzo, un libello satirico dal titolo I Viaggi di Esse (Tozzuolo Editore) che è stato tradotto in inglese da H.J. Smith in formato Kindle e-book con il titolo Silvio’s Travels. Nello stesso anno, traduce dall’inglese il romanzo storico The Virgin and the Griffin (titolo italiano La vergine e il grifo, Tozzuolo Editore), scritto dalla giornalista canadese Sandra Cordon. Nel 2019 pubblica Paranoid Android, (Scatole Parlanti Editore), una storia che parla di scuola, amicizia e di passione per la cultura. L’ultimo romanzo, un giallo, pubblicato il 21 giugno 2021, è proprio Come la neve non fa rumore. La storia inizia con la morte, già dalla prima pagina, della protagonista, Alessia, durante un viaggio d’istruzione a Bologna, evento su cui indaga Barbara Larsen, una commissaria italo-danese dai modi rudi che nasconde un vissuto segnato da traumi e rotture. Alessia viene narrata dagli altri: i compagni, la madre, i professori e dal suo diario segreto. In tutti i ritratti emerge il profilo di una persona diversa per estrazione sociale, abbigliamento, provenienza geografica, ma soprattutto si delinea una personalità autentica, che si pone di fronte alla vita e alle relazioni senza filtri. Le indagini scoperchiano il vaso di Pandora: atti di bullismo che si intrecciano con consumo di sostanze e una sessualità vissuta in modo poco consapevole. Ma il centro di interesse, nel romanzo, è la relazione fra il mondo adulto e gli adolescenti, dove la dimensione adulta è rappresentata dalle famiglie, dalla scuola e dai rappresentanti della legge. Una storia amara, dura che ha molte attinenze con la realtà di oggi, ma che ci regala, nel finale, qualche speranza per il futuro.

Una narrazione – afferma Lorella Marini – che prende spunto dalla mia frequentazione nel mondo degli adolescenti, nei tanti anni di insegnamento. Per fortuna, non mi sono mai trovata di fronte a un episodio grave di bullismo, ma i ragazzi li vedevo prevalentemente durante la lezione. Forse, nei viaggi di istruzione ho visto, fra alcuni studenti, dinamiche non positive. Ma questo non vuol dire che non ci siano fenomeni di bullismo, perché spesso chi subisce non si fida di raccontare. Prima di scrivere il libro, mi sono documentata, ho letto molte storie, ho frequentato diverse associazioni che si occupano di bullismo. In questo romanzo ho parlato di un bullismo più sottile, al femminile, basato sull’umiliazione verbale, sull’emarginazione. Un bullismo in cui le parole possono ferire quanto un pugno, quanto l’aggressione fisica, tanto che ci sono parole violente verso la protagonista”. Il titolo è un richiamo esplicito alla canzone di Mogol-Battisti, “Emozioni”: “Nel libro, c’è l’idea della tristezza che quando scende in fondo al cuore non fa rumore. La tristezza di Alessia, aleggia, cade sulle pagine senza far rumore”.

 

 

La professoressa Marini ama scrivere, ma ancor più occuparsi della vita quotidiana e di sociale. “Scrivo storie che parlano di noi, di questi nostri anni, di ciò che viviamo e vorrei che arrivassero al cuore e alla testa dei lettori, a un pubblico più vasto possibile. Ma dietro, c’è anche un impegno sociale, in questo caso, con l’associazione Miky Boys, di Rivoli, in provincia di Torino, cui ho ceduto le royalties”.

Importante anche il messaggio che l’autrice lancia ai giovani e ai genitori: “Ai giovani dico di cercare dentro loro stessi le risposte e di vedere ciò che di bello possiedono. Nel caso si presentino fenomeni di bullismo, di aver fiducia nella scuola, nella famiglia per raccontare ciò che accade. Ai bulli che sentono il desiderio di potere, di interrogarsi sul perché del loro disagio. Agli adulti, di fare attenzione: o non vogliono vedere o sono troppo distratti. Sta a noi trovare il modo per entrare nel loro mondo. Occorre stare loro vicini, saperli guardare”. In altre parole, ascoltarli, perché la tristezza non cada più senza far rumore.

Naighi

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