CASTIGLIONE DEL LAGO – È stato davvero un susseguirsi di emozioni la prima edizione del Trasimeno Prog Festival, svoltasi nella magnifica cornice della Rocca del Leone di Castiglione del Lago, il 21 e 22 agosto. Certo chi come pubblico, che con competenza ha seguito le due serate, ha scelto questo evento, in un weekend dove non sono mancate le proposte musicali più varie, anche a distanza di pochi chilometri, non sarà rimasto deluso.
La manifestazione, con il patrocinio del Comune di Castiglione del Lago, si è svolta nel rispetto di tutte le norme anti-covid. Questo ha provocato un po’ di attesa per gli spettatori che man mano entravano, in particolare nella prima serata. Tutti però hanno ben compreso quale sia stato lo sforzo dell’associazione nell’organizzare un festival in questi momenti davvero particolari; la passione oltre l’ostacolo vien da dire.
I primi a salire sul palco, introdotti come tutti dal bravo Claudio Juhasz, sono stati The Ikan Method, capitanati da Luca Grosso, che alla loro prima prova davanti al pubblico, pur se visibilmente emozionati, hanno offerto una performance gradevole presentando cinque brani dall’album Blue sun. Ci sono piaciute in particolare The great opening e No more lies.
Emozione che non è mancata anche quando si sono esibiti gli Wish, che presentavano per la prima volta live la fatica discografica Stay here my friends. Le armonie soffuse del gruppo, che ha eseguito tre brani Like a yes, Dancing with myself e Stay here my friends sono state apprezzate dai presenti. La nostra preferenza va alle prime due.
Quindi il connubio tra Filippo Marcheggiani, chitarrista del Banco del Mutuo Soccorso, due componenti dei Semiramis e l’Orchestra della Scuola di Musica del Trasimeno ci ha trasportato nelle atmosfere della musica della band romana rivisitata in una veste inedita. Tra i brani proposti Non mi rompete, Coi capelli sciolti al vento, Passaggio e Traccia II. Prima del finale si è aggiunto Bernardo Lanzetti per una bella versione di uno dei classici del Banco, R.I.P.
Non sono mancati brividi lungo la schiena anche mentre venivano proiettate sullo schermo posto alle spalle dei musicisti immagini che ritraevano Francesco Di Giacomo.
La prima serata si è conclusa con la performance di Bernardo Lanzetti & Chocolate Kings. Come al solito The Voice Impossible, rendendo omaggio alla musica della PFM, ha colto nel segno. La voce del cantante cremonese tuttora intatta, e la sua simpatia e comunicativa, hanno fatto il resto. Sono stati proposti, tra gli altri, La carrozza di Hans, Traveler, Maestro della voce e Dolcissima Maria. Nel finale ottimo l’arrangiamento con l’Orchestra per l’inossidabile ed immancabile Impressioni settembre.
La seconda serata si è aperta con L’Estate di San Martino, la prima prog band umbra in assoluto, che celebrando i 45 anni di attività, ha voluto riservare una sorpresa a quanti hanno partecipato. Infatti sono stati eseguiti in anteprima 4 brani dal nuovo album, il quinto, Kim, di prossima uscita. Si tratta di una storia come al solito particolare, quella di una ragazza di 23 anni, Kim appunto, affetta da un tumore, che lancia una raccolta fondi per venire ibernata, con la speranza di rinascere quando la malattia sarà debellata. I brani presentati, nell’ordine Inanna, Libera, Gocce e Caleidoscopio, ne hanno preceduto altri quattro dalla precedente produzione, Sere d’agosto, Amoris Odores, Salmoni e Sole. La band perugina ha offerto una solida e apprezzata performance e ha anche ricevuto una targa da parte dell’Associazione Trasimeno Prog per i suoi 45 anni di musica.
È stata poi la volta de Il Rovescio della Medaglia. La performance ha dimostrato ancora una volta che il leader Enzo Vita, sempre in grande spolvero con la sua chitarra, ha reclutato cinque musicisti che si sono ben calati nelle atmosfere della sua musica rivestendola di nuovi colori. Il gruppo ha proposto l’intero album Contaminazione oltre ad un brano dall’album La Bibbia, L’ammonimento. Nella foto qui sotto, la consegna da parte del vice direttore di Vivo Umbra Claudio Bianconi del Premio alla musica.
La formazione umbra Abraxas Band, nel suo omaggio alla musica di Carlos Santana, ha ben figurato, proponendo una manciata di brani del chitarrista messicano, da Welcome a Soul sacrifice, fino al medley Black Magic Woman / Gipsy Queen / Oye como va.
La chiusura ha visto salire sul palco Lino Vairetti e gli Osanna, ad un orario forse non troppo consueto. La formazione ha offerto una prova leggermente ridotta, visto che era piuttosto tardi, proponendo una scaletta particolare; si è andati dal medley dalla colonna sonora del film Milano Calibro 9, compresa la sempre suggestiva There will be time, a L’uomo, brano manifesto della band partenopea.
Infine un viaggio attraverso la memoria con citazioni da composizioni che hanno storia e non solo del prog, sia italiano che straniero, da Vorrei incontrarti passando per Lucky man, da Gioco di bimba a Theme one. Non sono mancati ricordi per Francesco Di Giacomo (di cui ricorreva il compleanno). e Demetrio Stratos.
In entrambe le serate, durante i cambi palco, si è cercato di utilizzare il tempo a disposizione proponendo momenti di cultura e curiosità quali l’intervista con Fabio Rossi che presentava il suo libro sugli E.L.P., Emotion, love & power; quella con Mariella Morbidelli, da sempre partner delle iniziative del presidente Sordi, fino a quella con Giorgio “Fico” Piazza, Patrick Djivas Giorgio e la moglie di Demetrio Stratos, per un ricordo della voce forse assoluta del prog.
La redazione di Vivo Umbria in collaborazione con Trasimeno Prog ha poi consegnato al Rovescio della Medaglia una targa in onore alla loro attività. L’associazione Trasimeno Prog ha donato una targa a tutti gli artisti quale ringraziamento per aver preso parte alla kermesse.
Una vera e propria festa che ha regalato tante emozioni. Forse solo la musica prog ne può regalare così. Alla prossima
#stayprog
Tutte le foto sono di Giorgio Brusconi tranne quelle dell’Abraxas Band, di Patrizia Pucciarini e quella di Lino Vairetti, di Marco Gabess