FERENTILLO – Lunedì 3 febbraio la Chiesa ricorda San Biagio Vescovo e martire di Sebaste. Anche la frazione di Ferentillo celebra il suo patrono e titolare della chiesa. Quindi, sarà festa grande al suono delle campane a cura del Gruppo campanari di Ferentillo, iniziative organizzate dai residenti che ogni volta celebrano il loro Santo con rito religioso e ludico.
Il protettore della gola è da sempre festeggiato con grande devozione e per questa occasione ci si riunisce tutti insieme in famiglia degustando piatti tipici e dolci tradizionali del luogo.
È questo l’ edificio di culto in Valnerina che annovera uno dei più singolari capolavori dell’ arte rinascimentale. Sull’altare maggiore è possibile ammirare la pala con lunetta e predella raffigurante la Madonna in trono col Bambino (anche nella foto di copertina).
Un capolavoro di arte rinascimentale dipinto a olio su tavola, di recente restaurato e tornato al suo antico splendore. Realizzato nel 1538 dal pittore siciliano Giacomo Santoro da Giuliana (PA) detto Jacopo Siculo 1490- 1543. Misura 470×265. Rappresenta la Madonna col Bambino in trono sotto una tenda con ai lati i Santi Pietro, Giovanni Evangelista, in basso, inginocchiati al centro i Santi Biagio e Mamiliano con mitria poggiate a terra; sulla lunetta l’Eterno Benedicente tra nuvole e teste cherubiche; nella predella cinque formelle: il seppellimento di Giovanni da parte di Lazzaro (eremiti di San Pietro in Valle); i Profeti Maggiori, l’adorazione dei magi e tra essi San Mamiliano; il martirio di San Biagio con mitria, nudo, tormentato dai pettini; il trionfo dell’Imperatore a cavallo preceduto da danze mentre un cavaliere reca sulla picca la testa del martire Biagio. L’ opera commissionata all’università locale (Sumtibus Universitatis 1538) come si legge sotto la lunetta, rappresenta uno dei momenti più fecondi dell’artista. Il Guardabassi la classifico’ come una delle opere migliori del Siculo. La Sacra Conversazione raffigura, come sostiene il Weise, caratteristiche ancora pienamente terreni dati dalla raffigurazione dei personaggi, pur nella rigida simmetria si colloca in un ambiente realistico sulla linea dei maestri del tardo cinquecento con i sacri personaggi dai volti caratteristici individuali. Secondo il Cavalcaselle, questo gruppo ha carattere raffaellesco e ricorda la Vergine col Bambino della raccolta Roger. Il riferimento e’ alla pala Ansidei ora alla National Gallery di Londra. Antonino Marchese storico di Giuliana e ferrato conoscitore del Siculo, l’ accosta alla cosiddetta Pala Colonna dipinta dallo stesso Raffaello negli anni 1504-1505 per il convento di Sant’ Antonio da Padova in Perugia (ora al Metropolitan musei di officine art di New York) dalla quale prende anche il tradizionale schema della lunetta con l’Eterno Benedicente. Il Cavalcaselle nell evidenziare la “tinta soffusa con un buon impasto alquanto ombreggiata con toni grigi” apprezza la testa di San Pietro per “disegno e ricchezza di toni”. Il Barricelli ricorda nell’impostazione “il Cesare da Sesto di San Giorgio”. Il Brunelli considero’ questa opera insieme al Battesimo di Gesu’ realizzato a Casperia “esempio del Siculo raffaellista purissimo”. Giovanna Sapori storico dell’ arte di Spoleto l’ accosta alla tavola di San Brizio. Al centro del dipinto, sul tronetto sotto la Madonna si legge: AEDITUS PER VINCENTIO LAURENTIS ET PACCIANO BERNARDINI NECNON BENEDICTO LAURENTI DIONISIO DAMIANI FABRIANO CELLONI ET CICCHI AEDILIBUS IMPENSIS OPPIDANORUM SAN MAMIGLIANI DECEM AUREIS QUOS LIGAVIT DOMINUS INNOCENTIUS IACOBUS SICULUS FACIEBAT.