FERENTILLO – Da venerdi 22 maggio riapre al pubblico la visita al cimitero-museo delle Mummie e alla chiesa della Abbazia di San Pietro in Valle Suppegna con il seguente orario: dalle 10 alle 13; dalle 15 allo 18.
Il servizio viene effettuato con l’ausilio di operatori e gestito dalla Parrocchia di Ferentillo. Saranno rispettati e messi in atto tutti i protocolli di prevenzione covid. Quindi sempre mascherina, rispetto della distanza, considerando che si tratta anche di chiese officiate al culto. Ma cosa si trovano innanzi i turisti che visiteranno questi luoghi ricchi di storia, arte e mistero? E’ bene ricordarlo che il Cimitero Museo delle mummie a Santo Stefano a Precetto racchiude un fenomeno naturale dato dalla conservazione dei corpi che, dopo un anno, sepolti nel locale, risultano mummificati grazie a fattori ambientali e alla presenza di un microrganismo che prosciugando il cadavere non permette la decomposizione. Qui, ci sono esposti, in apposite vetrine, personaggi mummificati della comunita’ locale: il campanaro, una vecchia nobildonna, alcuni bambini, frati, preti, l’avvocato ucciso con ventisette pugnalate e il suo assassino accanto, una coppia di cinesi in viaggio di nozze, ecc…
Il biglietto cumulativo permette di visitare anche la chiesa dell’ abbazia di San Pietro in Valle Suppegna, gioiello d’arte e architetture di tutte i tempi. Edificio, nel complesso, dapprima eremo di Lazzaro e Giovanni Siri, V-VI secolo, successivamente cenobio benedettino fondato dal duca longobardo di Spoleto Faroaldo VIII – IX secolo.
Fu centro spirituale, politico ed economico del territorio per lunghissimi secoli. Fu feudo indiscusso della famiglia Ancaiani di Ancaiano di Spoleto che lo tennero come abati Commendatari. Poi I Trinci di Foligno, la famiglia Cybo Malaspina, i Montevecchio. La visita permetterà di ammirare e scoprire i preziosi affreschi raffiguranti il Vecchio e Nuovo Testamento, di scuola romana, del 1190, antecedenti il Cavallini, realizzati dal cosiddetto “Maestro della Creazione”; i reperti e sarcofagi romani, il paliotto di arte barbarica, che adorna dell’altare maggiore della chiesa, formato da due lastre scolpite dal maestro Orso su commissione del duca di Spoleto Ilderico Dagileopa per celebrare la sua conversione al cristianesimo. Insomma tanta arte, storia leggende, spititualita’ alle falde del Monte Solenne, di fronte allo scenario mozzafiato di Umbriano e il verde cupo e denso del monte Sant’Angelo. Non resta altro che partecipare con amici, parenti e sopratutto i giovani.