PERUGIA – Ieri sono scesi in piazza a Perugia studenti, precari, lavoratori e disoccupati per protestare contro il caro vita e per chiedere un incontro con la giunta regionale per poter mettere sul piatto gli altri problemi che gravano pesantemente su chi ieri si è mobilitato per manifestare.
“Come il 19 novembre abbiamo richiesto con forza alla Regione Umbria un tavolo di confronto sui trasporti, diritto allo studio ed accesso alla cultura” dichiara Nicola Cardinali di Link Coordinamento Universitario Perugia “il silenzio della governatrice Tesei è sempre più assordante oltre che imbarazzante, dopo la richiesta ufficiale di confronto mandata a seguito della mobilitazione. Assieme a noi sono scesi in piazza anche i disoccupati del Movimento 7 Novembre di Napoli in solidarietà alla lotta, gli abitanti delle case popolari di San Sisto e Ponte San Giovanni ed i lavoratori di Perugia. Non possiamo vivere pienamente il nostro territorio e le nostre vite. Il costo della vita è in aumento, a partire dall’ impennata dei prezzi del carburante che in mancanza di trasporti pubblici efficienti ed economici limitano gli spostamenti dei cittadini. Abbiamo bisogno della riduzione del costo dei biglietti, di un abbonamento unico regionale gratuito per gli studenti e di un aumento delle linee e della fasciazione oraria disponibilie: una mobilità notturna” prosegue Nicola Cardinali.
“Il costo dei materiali scolastici non è più sostenibile per le famiglie” aggiunge Giorgio Tropeoli, coordinatore regionale dell’Unione degli Studenti Umbria “centinaia di euro per libri ed altri materiali non coperti dal sistema scolastico, soprattutto per le scuole tecnico-professionali ed i licei artistici, che gli studenti e le famiglie devono pagare di tasca propria. Sommati ai costi dei trasporti questo è insostenibile”.
Il caso studenti fuori sede
Aggiunge Link Perugia: “Sono una grande ricchezza culturale ed umana per la nostra città, oltre che economica. Non ci sono abbastanza posti negli studentati e nelle aule per ricoprire la domanda di chi vuole venire a studiare a Perugia. Le prime rate delle borse di studio, anche queste insufficienti, arrivano mesi dopo l’ inizio dei corsi e per moltissimi sostenere di tasca propria le spese della vita non è sostenibile. Questa non è l’ ultima volta che scenderemo in piazza, continueremo a mobilitare scuole ed università accanto a precari, lavoratori e disoccupati finché la Regione non sarà disposta a riceverci e ad accettare le nostre richieste”.