SPOLETO – Questa mattina, 6 luglio, alla Biblioteca Comunale “G. Carandente”, inaugurata nel 2016 dopo il terremoto e aperta al pubblico due volte alla settimana, all’interno di Palazzo Collicola a Spoleto è stato presentato il libro “Visionari. Simbolisti, esteti, dandies e altri sognatori” della giornalista d’arte e curatrice di mostre Tiziana Gazzini, pubblicato da Fefè Edizioni.
Il tema dell’arte di cui questa “autobiografia intellettuale” si colloca è ricca e corre sul filo diretto della scultura attraverso il tempo e lo spazio. “Ho costruito la mia memoria con i personaggi di cui ho scritto” ha detto l’autrice durante l’incontro. Nell’entrare nello spazio dei visionari, il libro permette alla memoria di essere (ri)costruita anche, o proprio laddove sembra spegnersi, nel buio, in quell’oscuro e misterioso che invece spesso restituisce all’arte vigore ed espressione.
“Una lettura leggera eppure trasgressiva” commenta l‘architetto e scultore Paolo Martellotti, “si legge con la stessa gioia meravigliata che si ha nel leggere un romanzo” toccando luoghi dove si forma l’arte e l’immaginario comune che si ha dell’arte in città come Roma o Parigi, può “sovrapporre i personaggi in un gioco di specchi”. Incontriamo così, ad esempio, Luchino Visconti, Freud, Paul Valéry, Camille Claudel (artista totale e non solo musa di Rodin), Luigi Ottani, Alessandro Kokocinski (da cui una delle opere è tratta la copertina del libro) e via dicendo in una trentina di micro saggi raccolti in anni di attività e poi riorganizzati nel formato editoriale.
L’editore presente all’incontro, Leonardo De Sanctis, ammette che questo libro lo ha reso “un po’ meno ignorante (…) Genera rapporti umani e progetti che sviluppano idee, come il collegamento fortuito con la mostra dei Visionari all’interno del Festival” che si trova all’ex Monte di Pietà e sarà visitabile a ingresso libero fino al 14 luglio. È poi intervenuto in video il filosofo Francesco Forlani che ne ha curato la prefazione e che ha messo in risalto le capacità dell’autrice di “offrire l’altra faccia della realtà” tramite personaggi che, come aveva detto in principio il direttore di Palazzo Collicola Marco Tonelli, “della loro vita hanno fatto la loro opera”.
Nella circolarità di questo percorso iniziato e documentato anni orsono, una nuova pubblicazione dedicata all’artista Kokocinski, su cui l’attenzione dell’autrice aveva già riservato un libro biografico edito da Clichy, si ritroverà tra qualche mese nella rivista viterbese “Biblioteca e Società” dove verrà mostrato parte del contenuto inedito del suo quaderno.
Quella di questa mattina dunque è stata una presentazione, o meglio sinonimo di inno e celebrazione verso la figura e la conoscenza che il pubblico aveva indirettamente della scrittrice per la sua collaborazione con varie testate giornalistiche nel campo dell’arte. Un libro il cui senso si spiega nelle ultime battute. Se in Ottani lo specchio che lo affligge e lo riempie “è frammentato da ogni sua identità in cui lui è sempre sé stesso” dirà la Gazzini, allora è importante che per evitare “la rottura del visionario non bisogna fermarsi alla prima impressione”.