PERUGIA – Amareggiati i presidenti di Cida, Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità Mario Mantovani (nella foto di copertina) e dell’associata federazione Cimo-Fesmed dirigenti medici ospedalieri, Guido Quici: “Ancora una volta nei tavoli sindacali convocati dalla Regione Umbria sulle tematiche sanitarie, sono state escluse le nostre rappresentanze”. Da qui la lettera inviata alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei in cui, oltre a citare l’ultimo accordo siglato con Cgil, Cisl e Uil “concernente argomenti riguardanti anche la dirigenza”, si ricorda che gli associati rappresentati da Cimo-Fesmed “si occupano della corretta esecuzione delle norme e delle discipline emanate da Governo e Regione. L’apporto dato dalla dirigenza medica, quindi, non è da valutare solo sul piano strettamente sanitario, ma anche organizzativo ed appunto manageriale. Come capirà – scrivono Mantovani e Quici – diventa difficile applicare e far accettare ai nostri collaboratori regole e comportamenti derivanti da accordi per i quali non siamo stati neppure consultati. Non può disconoscere l’importante ruolo assunto, in piena pandemia Covid, dai medici del servizio sanitario nazionale, il loro grande sacrificio anche in termini di perdita di vite umane, come non può ignorare il loro contributo in tutti quei settori che vanno dalla epidemiologia, alla prevenzione, fino alla diagnosi e cura dei pazienti. Ebbene – si legge ancora – sia in ambito nazionale che regionale la dirigenza medica e sanitaria è in gran parte rappresentata all’interno di confederazioni come Cida che, purtroppo, non sono invitate ai tavoli da Lei convocati. Sia Cida che Cimo sono da sempre aperte al dialogo e alla collaborazione, sia a livello nazionale che territoriale. In Umbria abbiamo un radicamento sociale che supera i confini della rappresentanza: abbiamo messo in atto progetti a favore delle aziende colpite dal terremoto, collaborato con l’università di Perugia per la formazione di nuovi manager, organizzato incontri e convegni su svariati argomenti importanti per la comunità manageriale e la popolazione locale. Da tempo cerchiamo di avviare una collaborazione istituzionale con la Regione per poter contribuire, anche ai tavoli di confronto, con le nostre idee e proposte. Non siamo portatori di idee preconcette, ma sempre disposti a ragionare sul merito dei problemi e delle soluzioni. Vogliamo credere perciò che la nostra esclusione sia imputabile a meri disguidi procedurali e ci auguriamo di ricevere quanto prima l’invito ai prossimi tavoli”, concludono Mantovani e Quici.