PERUGIA – La travagliata storia della chiesa di San Francesco al Prato non è ancora del tutto conclusa. A causa di un contenzioso tra le aziende che hanno partecipato all’appalto per la fornitura delle sedute, non si può completare il processo di definitiva restituzione della preziosa e storica struttura alla città. Per ieri sera, in occasione di Umbria Jazz, è stato trovato l’escamotage di noleggiare le circa 500 sedie utili per accogliere il pubblico che ha partecipato entusiasta, sia della bellezza dell’ex tempio, sia della raffinata esecuzione di Uri Caine in trio insieme alla Umbria Jazz Orchestra e all’Orchestra da camera di Perugia, ma è soltanto una soluzione transitoria che non rende merito alla complessità del lavoro svolto in questi ventuno anni intercorsi dal terremoto del 1997 ad oggi, e alla lunga, estenuante attesa. Ieri mattina l’auditorium era violato nel suo immenso clima anche severo della sua semplicità, una sola navata su una pianta a T, solo da un piccione che svolazzava in alto all’altezza di circa venti metri sul tetto completamente rifatto e arricchito di pannelli fonoassorbenti, così come gli impianti di illuminazione, per correggere le distorsioni di un luogo dove il suono tende a riecheggiare in una fastidiosa eco. Quel piccione sembrava dissacrare l’atmosfera sacrale di un luogo che nel corso della sua storia ha subito sì varie rivisitazioni, come nel ‘400 e nel ‘700, ma che è stato anche spogliato, in era napoleonica, delle grandiose opere d’arte che lo rendevano particolarmente prezioso. Come l’Incoronazione della Vergine (Pala degli Oddi di Raffaello) che il Canova, inviato dal Papa, riuscì a recuperare in un’opera di intermediazione con i francesi e ora custodita nei Musei Vaticani. Le antiche testimonianze artistiche del tempio verranno – come ha sottolineato la soprintendente Marica Mercalli – ricollocate nella struttura e restituite definitivamente alla città: sarà recuperata la ex cappella degli Oddi, unica rimasta abbastanza integra tra le tante che esistevano, grazie ad Art Bonus e al mecenatismo dell’azienda Sterling. Tra i vari reperti ritrovati nel corso dei lavori, anche i frammenti dell’altare in marmo rosa della Cappella del Gonfalone che verrà ricostruito grazie agli elementi superstiti, collocandovi al di sopra una copia del Gonfalone del Bonfigli del 1464 come era in origine; verranno poi sistemati i sarcofaghi di Braccio Fortebracci e Bartolo di Sassoferrato, e il busto in marmo di Ascanio della Corgna del Danti. Sarà poi realizzato un nuovo sarcofago per i resti della famiglia della Corgna rinvenuti in alcune cassette e recentemente studiate per l’identificazione esatta; infine, si ricollocherà virtualmente “La Pala degli Oddi” in videomapping. Il sindaco Romizi e l’assessore Varasano si sono detti fieri del recupero di questo spazio in una città come Perugia che ha estremamente bisogno di luoghi adeguati per la fruizione della cultura. Non solo, la riconsegna dell’auditorium sarà anche importante tassello per la riqualificazione di quest’area della città che nel prossimo futuro sarà interessata da un’opera complessiva di ristrutturazione con le nuove scale mobili di via Pellini, la ripavimentazione dell’intera via dei Priori e la modernizzazione del parcheggio. Il recupero di quello che ora troverà definitiva destinazione come auditorium e sala convegni, è costato complessivamente undici milioni di euro, completamente finanziati dal ministero dei Beni culturali. Si è protratto per lungo tempo anche a causa della friabilità del terreno su cui sorge, che ha reso necessari interventi di risanamento strutturale. Rimane da completare la parte ipogea dell’auditorium, una sala che si estende ben oltre i 400 metri quadrati per cui si stanno cercando i fondi necessari anche attraverso i bandi europei. Ma il colpo d’occhio sull’auditorium fa rimanere “senza fiato” anche per l’accuratezza con cui è stato condotto il recupero che integra la sacralità della storia a soluzioni di tecnologia avanzata con un cablaggio ad altissima velocità che permetterà un perfetto streaming per le attività che vi si svolgeranno. I lavori sono stati compiuti dalla Connesi Spa anche sponsor della serata. E ricordando i tempi in cui anche Sarah Vaughan calcava il palco dell’ex chiesa con vicina l’immancabile bottiglia di whisky, non rimane che attendere ancora qualche mese per la definitiva restituzione alla città: c’è già infatti chi prefigura che già a partire dal Natale prossimo si possa svolgere il concerto di auguri.
- Claudio Bianconi in Festival e Rassegne