TERNI – C’era grande attesa per la data numero zero de l’Umbria che Spacca a Terni. Il maltempo pomeridiano, che non prometteva nulla di buono, alla fine ha portato bene e quella di sabato sera è stata un grande festa, anzi una festa che ha spaccato no stop dalle 19 fino alle tre del mattino.
Fuori dall’Anfiteatro Fausto, poco prima delle 22, la fila era lunga e molti non sono riusciti neanche a entrare. I posti all’interno erano contingentati e già da un pezzo era stata raggiunta la capienza massima. Dentro, una distesa umana che esplode quando alle 22:15 salgono sul palco gli Zen Circus.
Attaccano con La terza guerra mondiale, passando per Non voglio ballare, Ilenia, Andate tutti a fanculo, L’anima non conta e tutti i più grandi successi. Verso le 23:45 escono e il pubblico inneggia “Se non metti l’ultimo noi non ce ne andiamo”. Tornano con gli ultimi tre pezzi e intorno a mezzanotte, chiudono con Viva: è impossibile restare fermi e non mettersi a ballare.
La carica degli Zen Circus è travolgente e l’ironia – da buoni toscani – tra un pezzo e l’altro, è contagiosa. Non c’è canzone che il pubblico non canti dall’inizio alla fine: questa band che gira l’Italia da oltre vent’anni, che ha pubblicato dodici album, è rimasta sempre pura e dura e sa come far divertire la gente. Appino e compagni sono fedeli a sé stessi, non tradiscono e non si può non amarli. Grandi rocker e grandi intrattenitori, sul palco saltano, ballano, scherzano, creano situazioni esilaranti. Lo spettacolo di questo “Cari fottutissimi amici” tour è un mix potente di vero rock, grande presenza scenica, bravissimi musicisti. Appino è dotato di un’energia inesauribile che trova eco nella sintonia perfetta che c’è tra tutti i componenti del gruppo. Gli Zen Circus sono l’ostinata dimostrazione che in Italia il rock, quello vero, non solo è vivo e sta bene, ma picchia ancora forte. Quando a fine concerto, il pubblico defluisce, fuori nel giardino del Baravai, si fa ancora festa: nessuno ha voglia di tornare a casa.
Nonostante il maltempo, nonostante la lineup ridotta rispetto a quanto previsto, l’Umbria che Spacca, il Baravai e tutta l’Organizzazione hanno fatto un grande regalo a questa città che si è dimostrata allegra, giovane e con tanta voglia di tornare a divertirsi.