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Gli spazi aperti dell’album di Lorenzo Bisogno

La conoscenza con il sassofonista Lorenzo Bisogno risale ormai a diversi anni fa, quando credo lo vidi per la prima volta ad un concerto di Umbria Jazz Winter in quel di Orvieto, in un contesto dove, ma potrei sbagliarmi, era presente anche il chitarrista siciliano Matteo Mancuso.

Successivamente ho stretto amicizia con i suoi familiari – il padre, Lamberto, anche lui musicista e la moglie Patrizia – e con lo stesso Lorenzo.

Ho seguito, pur non assistendo sempre in prima prima persona, le fasi della sua formazione, dal diploma con il massimo dei voti, lode e menzione di merito presso il Conservatorio di Musica di Perugia al premio ”Luigi Castellani” come miglior diplomato nell’anno 2012-2013 presso il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia, alla vittoria in concorsi di esecuzione musicale tra i quali XI e XV concorso nazionale ”Riviera Etrusca” di Piombino, fino all’ingresso nel progetto di scambi di studenti e di competenze tra il Conservatorio cittadino e il Queens College di New York.

E’ li che ha potuto stare a contatto con musicisti come Tim Amacost e Antionio Hart, Jeb Patton e Michael Mossman ottenendo il prestigioso riconoscimento “The Doroty and Morrison Grosser award”, assegnato ad uno strumentista a fiato.

Ed è grazie a quest’esperienza che ha avuto l’opportunità di esibirsi in locali storici come lo “Small jazz club” ed il “Williamsburg Music center”.

Ed i frutti si sono visti; negli anni con la la possibilità di partecipare a diverse sue esibizioni mi son reso conto della sua crescita a livello espressivo e comunicativo tanto che si è aggiudicato nel 2021 il “Premio Internazionale Massimo Urbani” che gli ha consentito di poter incidere un album a suo nome.

Lo scorso dicembre in formato digitale, e nel corso di quest’anno anche in formato fisico, è’ uscito quindi “Open Spaces”, pubblicato da Emme Record Label.

La copertina dell’album

Ad accompagnarlo in questo importante passo del suo percorso artistico tre musicisti umbri con cui è molto affiatato – Manuel Magrini al pianoforte, Pietro Paris al contrabbasso e Lorenzo Brilli alla batteria – quanto di meglio di recente sia venuto fuori dalle nostre parti a livello jazzistico, e l’ospite Massimo Morganti al trombone.

Registrato nel giugno dello scorso anno al Tube Recording Studio di Fara Sabina (RI), il disco è composto da otto tracce, tutte arrangiate dal leader – che ne ha anche firmate ben sei – e due (“317East 32nd Street” del pianista Lennie Tristano e “The Moontrane” del trombettista Woody Shaw).

L’album ha una complessiva compattezza dove la scrittura di Lorenzo ben si sposa alle composizioni dei maestri americani rendendo l’ascolto gradevolmente omogeneo.

Ho in ogni caso apprezzato la ritmica ed il bel groove – mi sia concesso il gioco di parole – di “Groovy”, dov’è presente Massimo Morganti, e l’accoppiata dei due brani con titolo in italiano (“Cicli lunari” e “Cicli solari”), molto intimi e riflessivi, con il sax del leader che dispensa melodie e soli a profusione … davvero belle.

Una foto dall’interno del booklet

Speriamo che il titolo sia di buon auspicio e gli spazi divengano sempre più aperti per il musicista.

Un disco che riconcilia con la buona musica, suonata come si deve da musicisti in gamba; di questi tempi ce n’è davvero … bisogno.

La tracklist dell’album: Time to find out; Open spaces; 317 East 32nd Street; Seaching for the next; Groovy; Cicli solari; Cicli lunari; The moontrane

I musicisti dell’album: Lorenzo Bisogno: sax tenore; Manuel Magrini, pianoforte; Pietro Paris, contrabbasso; Lorenzo Brilli, batteria / Ospite speciale: Massimo Morganti, trombone

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