FOLIGNO – Mario Guidi era schivo e riservato, ma ogni sua parola era ricolma di umanità: verso il prossimo, verso i più deboli, verso un’idea civica che non tralasci indietro nessuno. Suo figlio Giovanni ne ripercorre le orme sul tracciato di un ideale che non transige in fatti di diseguaglianze, soprusi, libertà e solidarietà. Per questo i funerali di Mario Guidi, svolti a Sterpete di Foligno martedì 31 dicembre, hanno assunto il significato profondo di un inno alla vita con gli ottoni della brass band dei Funk Off che hanno accompagnato la salma all’ultimo saluto. Perché la morte è parte indissolubile della vita dove si scioglie l’enigma delle destinazione di ognuno di noi. Per questo motivo e forse anche per il fatto che inizia una fase di trasformazione, di passaggio, che vale sempre la pena festeggiare, così come si festeggia nel sud degli Stati Uniti o nei Balcani che indifferentemente ogni rito iniziatico di passaggio da una fase all’altra dell’esistenza, è motivo di fare festa: ai matrimoni, ad esempio, ma anche ai funerali. E’ così che il passaggio di Mario a miglior vita è stato cadenzato dal suono dei Funk Off che ha sottolineato con le voci degli ottoni l’uscita del feretro dalla chiesa di Sterpete. A dare l’addio a Mario Guidi, agente che ha dedicato la sua vita al jazz e alcuni dei suoi più grandi protagonisti, da Enrico Rava a Stefano Bollani, da Paolo Fresu a Fabrizio Bosso, tra i musicisti più rappresentativi del jazz italiano. Erano presenti anche per Umbria jazz l’amico Carlo Pagnotta e Giampiero Rasimelli. Emblematiche le parole del figlio Giovanni, tra i più pianisti più apprezzati a livello europeo a proposito dell’impegno sociale della famiglia Guidi: “I viaggi di papà continueranno, in tanti modi diversi – ha detto Giovanni – ed uno di questi sarà sulle navi di Mediterranea Saving Humans”. “I fiori che desideriamo – ha proseguito – sono le vostre donazioni direttamente a Mediterranea per far sì che continuino questi viaggi pieni di vita e di amore”.
- Claudio Bianconi in L'addio