CASTEL RIGONE – Giulia Cellacchi, violino solista e vincitrice nel 2021 del Premio “Roscini-Padalino Fondazione Perugia Musica Classica e Fondazione Brunello e Federica Cucinelli sarà la protagonista del gran finale – in programma stasera ore 21 – dedicato alle nuove generazioni di talenti del Trasimeno per la XXVI edizione del Festival Internazionale Giovani Concertisti di Castel Rigone. Il Festival è promosso dall’Associazione Filarmonica “G. Verdi” di Castel Rigone, in collaborazione con Regione Umbria, Comune di Passignano sul Trasimeno e Pro Loco di Castel Rigone, con la direzione artistica dell’Orchestra da Camera di Perugia.
Classe 2004, originaria di Latina, Giulia Cellacchi si racconta ai microfoni di Vivoumbria, emozionata per una nuova avventura che la attende ad ottobre: proseguire gli studi a Mannheim, in Germania.
“Ho cominciato a suonare il violino a 5 anni. Sono nata e cresciuta in una famiglia di musicisti ma sono la sola a suonarlo! Ho avuto la fortuna di iniziare a conoscere questo strumento come se fosse un gioco: con mio padre (flautista – ndr), suonavamo insieme, anche in occasioni come il Natale. Fin da piccola sono stata affascinata da una violinista famosa che è Sara Chang. La vidi suonare e mi innamorai dello strumento.
A nove anni sono entrata al Conservatorio di Latina “Ottorino Respighi” e quest’anno mi sono diplomata al Liceo Musicale. Studio all’accademia Stauffer di Cremona con il Maestro Accardo e tra poco mi trasferirò in Germania per studiare con il Maestro Marco Rizzi. Sono molto emozionata e curiosa di conoscere un ambiente diverso e internazionale. “
Per la maggior parte del pubblico di concerti di musica classica, gli archi rivestono un ruolo molto particolare: abbiamo chiesto a Giulia qual è l’aspetto più impegnativo dell’essere una violinista.
“Il violino è uno strumento unico. La cosa più difficile di quest’ultimo? La ricerca del suono. Avere un suono deciso e che comunichi con il pubblico. Come musicisti, ci alleniamo affinché il suono dello strumento arrivi senza amplificazione e nei teatri non è sempre facile. Il suono deve essere potente, arrivare molto lontano ed essere ‘bello’. Quello che cerco di fare quando suono è sempre capire il contesto storico, per questo è stata fondamentale per me Cristina Cimagalli (storica della musica, ndr) perché mi ha fatto studiare la storia della musica come arte applicata. Ogni periodo, infatti, ha le proprie caratteristiche e conoscere questo è essenziale quando si suona.
Conoscere è importante anche per promuovere la musica classica tra i giovani superando il pregiudizio di una musica ‘fuori moda’. L’educazione alla musica dovrebbe partire dalle scuole e dagli adulti. Manca soprattutto la conoscenza del mondo di opportunità che la musica classica può offrire: anche se non si diventa solisti famosi, si può insegnare e suonare, c’è un mondo che non si esaurisce solo sui palchi.
In questo senso, la borsa è stata molto importante per me. Mi ha dato un’opportunità unica, quella di suonare con un’ Orchestra da Camera e di imparare cosa significa lavorare in un ambiente come quello orchestrale. Il ricordo più bello che conservo da ‘borsista’ è stato quando ho accompagnato l’Orchestra con il Maestro Bronzi come solista in un adagio di Hayden. Il maestro suonava in maniera così intensa che mi sono commossa. Suonare in orchestra non significa avere ruoli meno importanti ma anzi, contribuire a un insieme musicale unico e prezioso”.
Per prenotarsi al concerto di stasera in programma a Castel Rigone: Info e prenotazioni: info.festivalgiovaniconcertisti@gmail.com – 348.9272462 – 379.1748185
Federica Mastroforti