PERUGIA – Nato nel 2003 da un’idea di Simone Frondini e Leonardo Ramadori, il progetto “Musica per Crescere” porta i giovani delle scuole dei comuni umbri a conoscere da vicino la musica classica e tutto ciò che un palcoscenico può offrire agli spettatori del futuro che sapranno approfittarne.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Perugia Classica Onlus, svela ai giovanissimi una realtà troppo spesso etichettata come ‘vecchia’ e ‘noiosa’, donandole nuova linfa e colmando l’assenza di educazione musicale nei cicli scolastici dell’infanzia e delle superiori.
La Stagione 2022/2023 delle “Mattinate Musicali” previste dal progetto ha visto sul palco tre produzioni originali: “Tan Tan Gram”, rivolto ai bambini della scuola dell’infanzia e del primo ciclo della scuola primaria; “I 3 Moschettieri” rivolto ai bambini della scuola primaria ed ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado e una nuova produzione “Kalinifta”, rivolta ai ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Una missione ambiziosa quella di ‘Musica per Crescere’ che ha visto per vent’ anni impegnati sul territorio musicisti, attori e insegnanti e che oggi stila un bilancio guardando già al prossimo anno. Un viaggio musicale che è stato in grado di avvicinare i più giovani ai grandi maestri classici e alla storia degli strumenti musicali intrecciando storia, musica e spettacolo.
Ne parliamo con Simone Frondini, coordinatore del progetto.
Com’ è nata l’idea del progetto “Musica per Crescere” e con quale obiettivo?
Il progetto è nato nel 2003 grazie ad una intuizione: avvicinare le scuole alla musica classica. Un obiettivo che ha trovato l’importante sostegno degli Amici della Musica e della Fondazione Perugia Classica Onlus. Fin dall’inizio della mia carriera da musicista ho potuto notare come il pubblico dei concerti avesse un’età media molto alta. Di giovani se ne vedevano pochi e questo ha stimolato una riflessione sul loro coinvolgimento.
‘Musica per crescere’ è nato proprio con l’intento di coinvolgere le scuole della provincia di Perugia per poi allargarsi ad altri comuni del territorio. Già nel 2005 vinceva il premio della critica musicale Franco Abbiati come progetto innovativo per le scuole: un segnale che ci ha dato forza e motivazione: eravamo sulla strada giusta!
Questo è un progetto che da anni collabora con le scuole del territorio, cercando di colmare la mancanza di un’educazione musicale (prevista fino alle medie), materia che è invece presente nei programmi scolastici di altri paesi europei come la Germania o la Francia. A meno che uno studente non scelga di intraprendere il percorso del Liceo musicale, manca ai ragazzi la possibilità di conoscere la musica in generale come parte del proprio programma scolastico.
Alcune generazioni sembrano distanti e difficili da raggiungere. Quali sono gli strumenti che possono avvicinare un giovane alla musica classica nel 2023?
Sicuramente l’esperienza diretta. I giovani sono abituati a una realtà mediata, in cui molto di ciò che vedono è registrato oppure veicolato dai social. Andare a teatro, toccare con mano che dietro un concerto ci sono professionisti veri, un’organizzazione dettagliata e un impegno costante, cambia tutto per loro. Rimangono stupiti e così abbiamo già raggiunto parte del nostro obiettivo. Dallo stupore deriva la curiosità di avvicinarsi a un mondo nuovo e tutto da scoprire.
Dopo i primi anni di progetto c’è stato un boom in cui abbiamo toccato le 10.500 presenze in un anno. È stata una bella sensazione capire che l’idea aveva seguito, che anche i giovanissimi avevano conosciuto, scoperto e fatto loro una realtà che prima percepivano distante.
Forti di questo, abbiamo deciso di coinvolgere gli studenti delle superiori in maniera diversa: facendoli diventare protagonisti, anziché spettatori. Questo cambio di prospettiva ci ha dato molte soddisfazioni. Molti sono stati coinvolti attraverso il PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), avendo l’opportunità di avvicinarsi a un mestiere e all’organizzazione logistica di spettacoli dal vivo.
Il periodo della pandemia ha rappresentato un cambio di passo. Come avete reagito allo stop?
C’è stata una brusca frenata dovuta al covid ma la risposta è stata subito importante. In realtà anche durante il covid mi sono reso conto che il teatro e lo spettacolo dal vivo è un’esperienza che non può essere sostituita. Quando siamo ripartiti con il progetto, abbiamo riscoperto che c’era tanta voglia da parte dei ragazzi e degli insegnanti di tornare a teatro. È stata la conferma che la musica è un’esperienza unica e come tale, acquista ancora più valore se condivisa.
‘Musica per Crescere’, un bilancio?
Siamo molto contenti. Abbiamo raggiunto numeri di cui siamo soddisfatti: abbiamo realizzato oltre 500 concerti per un pubblico di circa 100.000 tra bambini e ragazzi, 37 produzioni originali con nuove commissioni e pezzi di repertorio, coinvolgendo 50 artisti tra musicisti, registi, attori, compositori e danzatori. Una sinergia molto importante per il progetto. Gli spettacoli hanno visto la presenza da protagonisti di 30 tra bambini e ragazzi in qualità di attori e coristi anche grazie a una proficua collaborazione con il Coro di Voci bianche del Conservatorio di Perugia.
Federica Mastroforti