PERUGIA – “Può darsi non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla”.
Giorgio Massoli si ispira e fa sue le parole di Martin Luther King per continuare a dare la giusta attenzione al mondo della disabilità e raccontare “POPY on the ROAD… to ROME”, la sua seconda iniziativa dedicata alla figlia Caterina, detta Popy, pensata per accelerare la risoluzione di una problematica specifica della scuola: la necessità di assicurare la continuità dell’insegnamento, almeno, lungo tutto un ciclo di studi di una persona con disabilità.
Una nuova avventura, realizzata in collaborazione con la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che è iniziata da Ramazzano e si è conclusa nelle stanze del Ministero dell’Istruzione, a Roma, con la presentazione da parte del presidente della FISH Onlus, Vincenzo Falabella, di una proposta di legge per la separazione delle carriere degli insegnanti, tra sostegno e curricolari, e la continuità didattica.
Una nuova avventura che incoraggia la cultura della disabilità
“Abbiamo cercato nel nostro piccolo – racconta Massoli – di fare qualcosa in più per tutti i bambini e ragazzi disabili, per una reale inclusione nelle scuole e nella società. Una nuova mission per far evolvere la figura dell’insegnante di sostegno, che riveste un ruolo importante nella vita degli studenti disabili. L’obiettivo è stato quello di smuovere la situazione e dare l’avvio a un processo di cambiamento che, indubbiamente, richiederà tempo e la partecipazione di tante altre figure, ma che rappresenta un inizio importante per tutti. Questa volta al nostro fianco avevamo anche la FISH, da molti anni impegnata su questo fronte, che ci ha supportato fino alla nostra destinazione finale. Fare squadra è fondamentale per superare le difficoltà e arrivare a dare una vita dignitosa e felice ai bambini e, in generale, alle persone con disabilità. Caterina è solo una goccia nel mare: purtroppo sono tante le famiglie che vivono quotidianamente le mie stesse difficoltà. Bisogna creare le condizioni giuste per incoraggiare la cultura della disabilità ed evitare che ogni anno, a settembre, ci sia un nuovo insegnante di sostegno. Chi intende lavorare con ragazzi ‘speciali’ deve farlo perché lo considera la propria missione”.
Il viaggio
Quattro intensi giorni che hanno visto Giorgio Massoli ancora in compagnia dei suoi amici, Marco Zugarini, Lorenzo Patoia e Massimiliano Migliarelli, con l’aggiunta di nuove figure come Elias Ligi di Lab e l’avvocato Massimo Rolla, che da anni dedica la sua attività all’aiuto delle persone disabili.
“Il nostro viaggio – continua Massoli – è iniziato da casa di mia figlia Caterina, una bimba di otto anni nata con una rarissima mutazione genetica e che abbiamo fatto diventare il simbolo e la portavoce di tutte le persone con disabilità. Per due giorni ci siamo spostati in bicicletta, circondati dalle meraviglie dei paesaggi. Poi abbiamo proseguito a piedi, un modo diverso di viaggiare: più intimo, se vogliamo. Siamo andati più lentamente, abbiamo avuto modo di parlare tra di noi e con le tante persone incontrate lungo il percorso: tutte cose che in bicicletta è più difficile fare. Ci siamo sentiti importanti in ogni posto, chi ci ha accolto lo ha fatto a braccia aperte. Sono rimasto, inoltre, colpito dalle persone che hanno voluto condividere con noi la loro storia di vita e da come tutti si sono dimostrati attenti, sensibili e vicini a questa nuova avventura. Ci sono tanti ringraziamenti da fare, quello rivolto ai ristoratori e albergatori che ci hanno ospitato gratuitamente è sicuramente uno dei più importanti”.
L’arrivo a Roma
“Una volta arrivati nel cuore di Roma attraverso la Via Francigena abbiamo incontrato, proprio grazie alla FISH, nella sede del Ministero dell’Istruzione il Sottosegretario con delega alla disabilità, Rossano Sasso. Qui alla presenza anche di Caterina, oltre a una bella e calorosa accoglienza, c’è stato un confronto interessante e costruttivo, durante il quale tutti hanno potuto esprimere il proprio punto di vista e dimostrare la propria voglia di impegnarsi per migliorare le condizioni dei bambini disabili. La nostra speranza – conclude Massoli – è che queste promesse si traducano in realtà”.