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Giordana Angi: jazz, Amici e ora l’incontro con Sting

PERUGIAGiordana Angi sarà a Perugia, ospite di Verso UniMusic, la rassegna musicale dell’Adisu, in un incontro con il curatore Vincenzo Martorella. Insieme Angi e Martorella parleranno di “Questa fragile bellezza, la mia esperienza nello scrivere (e cantare canzoni)”. Appuntamento domani, martedì 23 maggio, ore 18, al 100Dieci Caffè. L’ingresso è libero.

Una domanda d’obbligo da Perugia, patria italiana del jazz. Hai iniziato con il jazz, vero? E come ti ha aiutato il jazz nel tuo lavoro?

 

“Per me è stata la mia casa . risponde Giordana Angi – nel senso che quando ero piccola, avevo 13 anni, abitavo in periferia ad Aprilia. Era complicato e io facevo molta fatica a spostarmi, nel senso che i miei lavoravano e io ero in campagna. A un certo punto si scopre che accanto a dove abitavo io veniva saltuariamente questa cantante che insegnava e che veniva dal jazz. Quindi sono andata subito a bussare a casa sua. E mi sono innamorata subito e la prima cosa che ha fatto – io leggevo già un po’ la musica –  mi ha messo davanti a My Funny Valentine e mi detto dai, leggi, prova. A da lì abbiamo assolutamente esplorato tutti gli standard e le varie tecniche. Quindi per cinque anni ho studiato con lei e per me è stato fondamentale, anche per quel che riguarda l’improvvisazione”.

Questo è stato il primo passo della tua solida formazione…

“Sì, è stato veramente utile, soprattutto per comporre, per scrivere le mie cose. Un fatto di cui vado superfiera, al di là degli ascolti che faccio, è proprio una cosa che porto con me”.

A proposito di scrittura. Hai scritto testi per Nina Zilli, Alessandra Amoroso, ma soprattutto per Tiziano Ferro. Quale affinità ti lega a Tiziano?

“L’affinità che ci lega come prima cosa è un aspetto territoriale. Io ho avuto la fortuna di poter fare ascoltare le mie cose – una fortuna cercata –. Sono andata dove lavorava il papà di Tiziano e ho lasciato il mio disco. Era il 2013. E lui, Tiziano, dopo un anno mi ha richiamata. Io non ci credevo, non è possibile che sei Tiziano Ferro, mi dicevo. Mi ero persino dimenticata di aver lasciato quel cd. Mi disse: voglio collaborare con te, dopo aver ascoltato le mie canzoni. Poi da lì è nato un rapporto che ci ha portato a scrivere insieme. E’ stato molto bello anche considerando che poi ci siamo rivisti a Los Angeles. Non saprei come definirlo. Incontralo a Los Angeles era l’ultima delle cose che potevo pensare”.

Dopo il jazz, arrivano Sanremo Giovani, Premio della critica, quindi il programma che ti ha dato più popolarità che è Amici. Cosa è stato Amici per te?

“Penso che quando ho fatto il programma erano anni in cui avevo provato ogni strada. Avevo firmato diversi contratti discografici ed era tutto molto tosto, ho iniziato tutta una gavetta di pub, di suonare un po’ dappertutto. Avevo 18 anni, sette anni dopo, mi ritrovo in un contesto che mi fa cantare le mie canzoni, perché io sono entrata ad Amici con i miei inediti. Mi dà la possibilità di far sentire quali sono le mie altre forme di espressione, l’interpretazione dei pezzi, dovevo anche suonare. Avevo trovato un ambiente dove qualcuno mi ascoltava. Per me è stata un’esperienza bellissima, che farei altre centomila volte, che mi ha dato la possibilità di arrivare all’oggi e alla telefonata di un produttore che mi dice voglio lavorare con te”.

Nel 2022 hai co-fondato l’etichetta 21Co. Insomma dopo il disco Mi muovo, in pieno lockdown, poi ti sei mossa sul serio. Con quali intenti è nata quell’etichetta?

“E’ stato un periodo molto complicato per tutti. Avevo l’esigenza proprio di muovermi. E stato un periodo che secondo me dovremmo cercare di ricordare per apprezzare ancora di più l’oggi, quindi anche la semplice passeggiata ha un valore fondamentale .Per quanto riguarda a 21.Co si è trattato di un’etichetta che hanno fondato tutte le persone che lavorano ad Amici per sostenere i talenti nel lungo periodo e quindi di sostenere anche chi magari non ha una possibilità discografica. Poi io attualmente sono sempre in giro –  attualmente parlo da Londra e dovrò andare a Marrakech tra una settimana. Quindi attualmente non sono nell’etichetta perché non riesco ad occuparmi anche di questo. Però è un aspetto che mi ha sempre affascinato tanto, perché io amo la musica come condivisione. Mi sono assolutamente appassionata e quindi aiutavo i ragazzi con i pezzi, cercavo di mettere a servizio la mia esperienza”.

A Londra ora cosa stai facendo?

“Sto ultimando il mio disco in quattro lingue nato su iniziativa del produttore e autore statunitense Martin Kierszenbaum, produttore di Sting e Madonna tra gli altri. Stiamo adattando i brani in quattro lingue, nel senso che io sono madrelingua francese, quindi curo l’italiano e il francese. Lui è per metà argentino, quindi si occupa della parte spagnola. Sto lavorando tanto per arrivare a fare questo disco. Adesso siamo arrivati a 48 pezzi. Un lavoro che spero possa dare il via ad una nuova vita. Questo fatto di viaggiare e incontrare nuova gente, mi piace tantissimo, a me che sono figlia di un’assistente di volo”.

E parliamo del tuo sogno dopo il tuo incontro con Sting e l’dea di una partnership con lui. C’è qualche idea qualche prospettiva?

“Per ora sono solo ipotesi, ma si stanno concretizzando varie prospettive: un concerto all’auditorium di Roma con Sting il 14 luglio, il 9 settembre a Philadelphia per un progetto tutto in inglese. Devo vedere Sting e io ascolto, guardo, quando posso chiedo. Mi sembra tutto un sogno”.

 

 

 

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