Giano dell’Umbria: nel fine settimana XVII edizione de “La Mangiaunta”

GIANO DELL’UMBRIA Giano dell’Umbria torna a celebrare  il 29, 30 e 31 ottobre il suo oro verde, la monocultivar autoctona San Felice che caratterizza il territorio, con “La Mangiaunta”. Degustazioni, tour nei frantoi, show cooking, eventi, workshop, mostre, musica e passeggiate caratterizzeranno la 17esima edizione.

La manifestazione, organizzata dal Comune di Giano dell’Umbria con il contributo del Gal Valle Umbra e Sibillini, è stata presentata questa mattina nella Sala Fiume di Palazzo Donini, alla presenza di Manuel Petruccioli, sindaco di Giano dell’Umbria, Jacopo Barbarito, vicesindaco e consigliere provinciale, Pietro Bellini, presidente Gal Valle Umbra e Sibillini, Anna Setteposte, segreteria organizzativa dell’evento. Presente anche la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, la quale ha invitato ad andare a Giano: “Eventi come questo, inserito all’interno di Frantoi Aperti, sono molto utili alla valorizzazione di un prodotto di eccellenza che rappresenta una vocazione del territorio molto conosciuta e apprezzata. Più eventi, previsti nel lungo ponte in Umbria, garantiscono poi una lunga permanenza da parte dei turisti, un lavoro importante questo che viene fatto anche grazie al supporto del Gal”.

Il sindaco Petruccioli ha poi ricordato l’avvio della filiera “Un San Felice a tavola”, che si è aggiudicata fondi del Psr per 1,4 milioni di euro per ammodernare impianti e oliveti: “L’oro di Giano da qui ai prossimi dieci anni dovrà essere conosciuto in tutto il mondo, una scommessa che abbiamo lanciato con questa nuova filiera”.

“Una manifestazione – ha poi ricordato Barbarito – che mira a far incontrare domanda e offerta di un prodotto di qualità. Inoltre ci permetterà di apprezzare il restauro del patrimonio artistico nella chiesa di San Francesco”.

“Il Gal – ha poi aggiunto Bellini – è impegnato al fianco delle amministrazioni comunali per una strategia di promozione e valorizzazione dei territori attraverso i suoi prodotti tipici e il ricco paniere di eccellenze e l’olio di Giano è senza dubbio una di queste”.

A caratterizzare la tre giorni di iniziative il caratteristico tour nei Frantoi della zona con relativi assaggi e con una bottiglia di olio in omaggio riservata a chi completa il tour che partirà da Piazza San Francesco (navetta gratuita ogni 60 minuti e durata del tour 3 ore). È possibile effettuare il tour anche in autonomia, ritirando la cartolina per raccogliere i timbri e ritirare l’omaggio presso l’info point.

Tra le iniziative in programma nei tre giorni, anche degustazioni guidate di olio San Felice, show cooking per scoprire i segreti sull’olio extra vergine d’oliva in cucina. Inoltre, passeggiate anche tra “ulivi immortali”, mostre fotografiche e musica sotto l’ulivo secolare di Macciano.

Ulivo che è la “star” di un territorio, quello di Giano, con 200 mila altre piante di olivo distribuite su 720 ettari (280 piante per ettaro) e con la monocultivar autoctona San Felice che occupa l’80%.

Sotto i riflettori della Mangiaunta, quindi, non può che esserci l’olio di Giano dell’Umbria. E a svelare i suoi segreti più nascosti, durante l’evento, ci sarà il capo panel Giulio Scatolini. Solo una piccolissima percentuale degli oli prodotti in Italia è infatti monovarietale (olio extravergine fatto con olive di un’unica varietà). Il monocultivar è quindi percepito dagli intenditori come un olio raro e pregiato, un olio dalla forte personalità, molto tipico, molto rappresentativo del territorio in cui è prodotto e capace di conferire un sapore unico e squisito ad ogni pietanza.

Proprio come il San Felice, monovarietale armonico, amabile, universale e adatto a tutti i cibi e fortemente legato all’omonima Abbazia. Splendida e imponente, sorge ai piedi dei Monti Martani, immersa tra olivi e lecci secolari. A partire dal XII secolo in Umbria, come nel resto d’Italia, furono soprattutto gli ordini monastici a dare nuovo impulso e nuova vita alla coltivazione degli olivi e alla produzione dell’olio d’oliva. I monaci benedettini di San Felice non furono quindi da meno; fedeli alla loro regola “ora et labora”, avrebbero trapiantato, per riprendere la coltivazione delle terre dopo il periodo di abbandono un tipo di olivo, denominato in seguito Cultivar San Felice, che ha subito attecchito diffondendosi in alcune limitate zone e producendo un’eccellente qualità di olive.

La San Felice concorre oggi a caratterizzare la Dop Umbria, sottozona “Colli Martani”, insieme al Moraiolo (che è la varietà più diffusa sulle colline della regione) e ad altre cultivar come Leccino, Frantoio e, in misura minore, Rajo e Vocio. La combinazione fra diverse varietà e l’ambiente microclimatico particolarmente favorevole garantiscono la qualità organolettica e l’unicità dell’olio di Giano dell’Umbria.

Redazione Vivo Umbria: