Giacomo Santoro nasce a Giuliana (PA) nel 1490 e morira’ a Rieti 1543 (come da il testamento redatto il 29 dicembre del 1543 per i protocolli del notaio Ludovico Manni). Lasciò il suo paese natio molto presto e non ne farà piu ritorno. Il suo periodo di formazione lo ebbe a Roma alla bottega del pittore, architetto, scenografo e disegnatore Baldassarre Peruzzi dove conobbe Dono Doni, lo Spagna e lo stesso Raffaello. Forse a seguito dell’incontro con Peruzzi collaborò alla decorazione dei saloni della villa del banchiere Agostino Ghigi e del palazzo del cardinale Riario.
Il soggiorno romano fu determinante per la costituzione del suo stile. A Roma risulta abitante al rione Colonna menzionato con il nome d’arte “Jacobus Siculus”, (censimento 1526- 1527) regnanti i Papi Giulio II, Leone X, Clemente VII, intrattenendosi fino al “sacco di Roma”; subito dopo si trasferi nell’entroterra umbro lavorando tra alto Lazio e la valle spoletana. Nel 1524 firma la pala d’altare del Battesimo di Cristo ad Aspra
(Casperia); nel 1536 data gli affreschi presso la chiesa di San Giovanni a Vallo di Nera; nel 1538 affresco presso la chiesa Madonna di Loreto a Spoleto; nel 1539 a Spoleto affresca la cappella Eroli presso la cattedrale; 1541 firma e data la pala di altare presso Norcia e la pala d’altare presso Bettona; 1542 realizza la pala d’altare presso la chiesa di San Brizio; 1542 pala di altare presso Leonessa.
Ma veniamo a Ferentillo dove e presente la produzione più cospicua di tutta l’ opera dell’artista siciliano. Comune questo della Valnerina è oggetto anche di un gemellaggio con la cittadina siciliana di Giuliana nel 1998 /2004.