George Cables, la storia del piano jazz al Brufani

Il pianista George Cables

PERUGIA – Di Art Pepper, leggendario sassofonista degli anni Cinquanta, forse il maggiore degli “inventori” del cool californiano, si sa che ebbe una vita devastata dall’abuso di droghe. Riusciva ad incidere i suoi pregevoli lavori nei ritagli di tempo tra una detenzione e l’altra in carcere. Protagonista di una vicenda artistica che lo ha visto a cavallo di due epoche, tra lo swing degli anni Sessanta e gli avanguardismi degli anni Settanta, il miglior Pepper rimane quello che ha saputo contrassegnare una propria cifra stilistica, una timbrica raffinata e un mood che tributa il miglior cool jazz. Accanto a Pepper soprattutto negli anni finali della sua carriera, a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta, vi era un amico, un musicista che lo supportò degnamente nella rinascita stilistica del sassofonista, grazie anche alla sua lunga esperienza maturata accanto a big del calibro di Sonny Rollins, Art Blakey, Dexter Gordon, Joe Henderson, Freddie Hubbard, Bobby Hutcherson. Il pianista George Cables è tra i protagonisti assoluti dell’era aurea del jazz e coautore con Art Pepper di un’indimenticabile album dal titolo “Tete à  Tete”: sarà a Perugia nell’ambito della stagione concertistica del Jazz Club, venerdì 22 febbraio, Hotel Brufani, Sala Raffaello, ore 21,30. George Cables a Perugia suonerà con una sezione ritmica d’eccezione, Darryl Hall e Victor Lewis, e con Piero Odorici, da anni collaboratore di Cables nei tour italiani.
 
 
 

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.