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Galleria Nazionale dell’Umbria, che successo dopo il rinnovamento. Intervista al direttore Marco Pierini

PERUGIA – La Galleria Nazionale dell’Umbria si rinnova, dopo un anno dalla sua chiusura, apre le sue porte ai visitatori ed è un successo sancito da quanti hanno voluto ammirare i nuovi spazi espositivi, 12mila in appena un mese, e dalla critica. Una nuova veste in nome della creatività, senza mai smettere di salvaguardare e promuovere il passato, ma con uno sguardo pronto al futuro! E’ in questo processo di cambiamento che si inseriscono le celebrazioni per il cinquecentenario dalla morte del Perugino: un intero anno dedicato al “Meglio Maestro d’Italia”!.

Una rivoluzione di cui ci parla il direttore della Galleria, Marco Pierini, a partire da un primo bilancio più che positivo”: “Sono molto soddisfatto, abbiamo ricevuto una grande attenzione dai media, locali, nazionali, con qualche interesse internazionale importante e con un programma di recensioni che arriva fino a settembre; oltre a un ottimo gradimento di visitatori, 12 mila in un mese, che è un record per gli ultimi 15 anni, a eccezione del 2019, ma c’era la Madonna Benois di Leonardo che aveva spinto molto sull’acceleratore”

Quali sono i progetti più imminenti?

“Lasciamo, fino a tutto agosto, che la Galleria si comunica da sè, poi da settembre cominciamo una stagione di spettacoli, collegati all’apertura notturna in modo che sia possibile venire a trovarci dal tardo pomeriggio fino a quasi mezzanotte, fra aperitivi, visite guidate alla nuova collezione, concerti, letture, anche con presenze molto importanti. Quindi una stagione di peso che conclude ciò che abbiamo iniziato tradizionalmente con Umbria che Spacca e Umbria Jazz

E poi cominceremo una stagione di mostre quasi esagerata: a fine settembre una mostra sul Piranesi; a fine ottobre, un’altra sugli affreschi staccati dalla chiesa perugina Santa Elisabetta alla Conca completamente distrutta a fine ‘900. Gli affreschi li abbiamo tutti noi e quindi li ricostruiremo, nella sala Podiani, esattamente come stavano in queste piccola chiesetta”.

 

 

E poi arriviamo alle grandi celebrazioni per il cinquecentenario dalla morte del Perugino.

“La grande mostra sarà a marzo, abbiamo chiuso quasi tutto, ma ci siamo immaginati di farne un’altra a settembre, perché vogliamo dedicare tutto l’anno al Perugino. A marzo abbiamo partner di grande prestigio anche internazionale, come le Gallerie di Berlino, la National Gallery di Londra e di Washington, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, con prestiti inauditi, mai tornati in Italia, e quindi a Perugia.

A settembre sarà una mostra forse più modesta, ma che chiude il cerchio che parte con il giovane Perugino, per arrivare a quello maturo, quello che Agostino Chigi nel 1500 definì “il meglio maestro d’Italia” che sarà anche il titolo della mostra. Un anno denso di iniziative rivolte al nostro grande Vannucci, cui il Museo era dedicato quando era civico, “Civica Pinacoteca Vannucci” e per questo siamo ancor più legati a lui, perchè fa parte della nostra storia”.

In un mese, tanti turisti che hanno varcato la nuova Galleria.

“Non li stiamo profilando, lo faremo dal prossimo autunno, però ci sono stati indubbiamente molti turisti, soprattutto europei e dal Nord Europa. Il nostro turista straniero medio è francese, olandese e belga. Molte famiglie, il nostro non è un museo per gruppi e questo, per un certo verso, favorisce la godibilità del museo”.

Un museo che guarda alla contemporaneità senza dimenticare il proprio passato.

“Pensiamo che l’arte contemporanea sia non qualcosa da non confrontare con l’arte antica, ma sia uno strumento che noi conosciamo e che ci aiuta a dare una lettura del nostro passato. Mi piace che l’artista offra uno sguardo sul passato che non è quello del conservatore, ma di un collega che capisce fino in fondo cosa ha fatto l’artista antico e forse è in grado di restituircelo. Si può ancora continuare a produrre, perché il nostro Paese ha bisogno anche della nostra creatività; siamo un popolo famoso per la creatività, se vogliamo essere un Paese all’avanguardia dobbiamo salvaguardare e promuovere il passato mentre guardiamo al futuro”.

 

Naighi

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