Gabbio: salviamo l’affresco rinascimentale di Sant’Antonio Abate nella chiesa di San Vincenzo Martire

FERENTILLO – Alla frazione di Gabbio, oggi ricercato centro turistico con un guest house Runcini,  di rilievo internazionale, la chiesa di San Vincenzo Martire romanica e al centro disinteresse non solo della comunità locale ma anche di enti civili e religiosi oltre  alle stituzioni, per il recupero degli affreschi rinascimentali che decorano le pareti interne e l’abside. Anche qui il dente corrosivo del tempo sta rovinando i preziosi dipinti ed ex voto.

Gabbio, chiesa di San Vincenzo Martire XIV-XVI secolo

In particolare occhio attento alle opere presenti sulla parete di destra dell’ altare maggiore (a sinistra di chi entra). Qui, lo sguardo va al dipinto raffigurante Sant’ Antonio Abate, inserito in uno spazio tra la trave di copertura e il sottotetto. Il dipinto e’ quasi nascosto ma la particolarità della scena rappresentata mostra, in realta’  un documento di grande peculiarità artistica che merita di essere recuperato e restaurato così come tutti gli affreschi presenti sulla parete.

Gabbio, chiesa di San Vincenzo Martire, particolare dell’affresco: Sant’Antonio Abate XVI secolo

L’ insieme di questi dipinti, collocati come detto lungo la parete, in modo disparato, sono di buona fattura anche se sono cattive le condizioni di mantenimento nel corso degli anni passati. Comunque, prima della realizzazione dei due altari settecenteschi, collocati al centro della parete, tutta la superficie era indubbiamente affrescata. Cio’ e’ evidenziato dalla presenza di questi tre corpi di affreschi.

Il primo dipinto e’ posto appena all’ ingresso. Segue un andamento rettangolare. Esso raffigura al centro la Madonna col Bambino, a destra San Vincenzo Martire e a sinistra un probabile San Rocco. Due angeli in volo porgono la corona sopra il capo della Vergine. Bella l’espressione della Madonna così pure le fattezze del Bambino Gesu’ e il volto di San Vincenzo. Sullo sfondo tracce di un paesaggio. La figura del presunto San Rocco e stata tagliata a metà dalla sovrapposizione delle decorazioni in stucco del primo altare. Forse quest’ opera risulta essere stata commissionata come ex voto a devozione del patrono.

Gabbio, chiesa di San Vincenzo Martire, affresco Sant’Antonio Abate XVI secolo

L’affresco riproducente Sant’ Antonio Abate, e’ posto in alto, a distanza tra i due altari sottostanti. Il Santo patrono degli animali, e’ al centro della scena, alle sue spalle un drappeggio di color paonazzo che ricopre la breve superficie dipinta. Ai suoi piedi, a sinistra, un maialino. Si intravede, sullo sfondo, un accennato paesaggio ed alcuni alberi con volatili. Il Santo dalla lunga barba e capelli grigi reca in mano il libro delle preghiere, e’ vestito con i classici paramenti dell’ ordine, ossia tunica bianca e mantello nero. Sul petto, a sinistra, il simbolo del Tau. Bella l’espressione del volto, buona la fattura e soluzione della tonalità dei colori. L’ affresco di Sant’ Antonio abate potrebbe essere collocato alla prima metà del XVI secolo e realizzato da pittori locali della Valnerina con influsso “spagnesco”. Cio si evidenzia dalla resa del volto del Santo per analogia di altre immagini devozionali riprodotte in altre chiese del territorio; troviamo non solo a Santa Maria di Matterella, ma anche a Santo Stefano di Precetto, alla Chiesa di Sant’ Antonio abate di  Monterivoso, a San Biagio di San Mamiliano, alla chiesa di Sant’ Antonio abate di Macenano, ecc. (tratto da Ferentillo Segreta…. i luoghi del silenzio…Gabbio 2005). Quindi il recupero di questo patrimonio storico artistico va ad arricchire il bagaglio culturale dell’ intero comprensorio e tutti, indistintamente, devono partecipare con iniziative culturali e donazioni di fondi.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.