CASCIA – La citta’ di Santa Rita annovera numerosi edifici religiosi di grande spiritualità oltre al piu famoso Santuario mèta di pellegrini da tutto il mondo. Edifici ricchi di storia e di arte oltre che di fede e tradizione popolare.
Le frazioni di Cascia anche se colpite dai numerosi eventi sismici, rimangono luoghi simbolo di una tradizione devozionale espressa in dipinti e suppellettili preziosi. In queste piccole chiese hanno pregato dai più umili popolani ai più ambiziosi signorotti; hanno lavorato grandi artisti di stagioni fiorenti dell’arte umbra ma anche di tutta l’area marchigiana e toscana.
Per questa visita virtuale, su segnalazione del nostro amico Gianfranco Flammini di Cascia andiamo a conoscere la frazione di San Giorgio, immersa nel verde a 900 metri sul livello del mare. Qui lambisce il territorio il torrente Corno. Origini antichissime, si presuppone che primi stanziamenti si ebbero verso VIII – IX secolo.
Del 1229 e’ l’esistenza di un monastero benedettino che ebbe una grande importanza su una vasta area territoriale, come Priorato fino al 1438. Ebbe un periodo di decadenza al tal punto che fu abbandonato dai monaci.
Con il terremoto del 1599 andò totalmente in rovina e tutti i beni posseduti furono trasferiti al monastero di Cascia. Ma andiamo con ordine a scoprire la storia politica e le sue vicende. Il castello, come tanti altri del territorio della Valnerina, fu in possesso di Corrado duca di Spoleto che lo tenne fino al 1198. La planimetria castellana seguiva la forma trapezoidale, con l’alta torre di vedetta che dominava la veduta sull’area, le case, aggrappate attorno, disposte a ragnatela, discendenti lungo la rupe. Ma a causa di vicende guerresche e ai tanti terremoti, alcune parti del castello sono andate perdute per sempre, anche se qualcosa di superstite, mensoloni, mura e pusterla ne e’ rimasto a testimonianza di quel passato glorioso. Gioiello e’ la Pieve, continuamente restaurata dai danni sismici. Risale al XIII secolo, all’epoca eretta sulla collina, ed attorno ad essa, poi, nel corso dei secoli, si e’ sviluppato l’abitato. La chiesa di San Giorgio e’ un edificio preziosissimo di architetture e dipinti; ad unica navata ed e’ munita da un portico con archi. Il portico, un tempo, era il luogo per incontri e riunioni della comunita’.
L’ accesso alla chiesa e’ distinto in due ingressi: uno per gli uomini uno per le donne. Le pareti sono coperte, come detto, da tantissimi dipinti eseguiti da artisti di importanti scuole come gli Sparapane, Scuola Folignate, Scuola di Giovanni di Pietro detto lo Spagna e Scuola Marchigiana, insomma tutto il meglio degli stili e dei maestri del centro Italia che vanno dal XV al XVI secolo. Si possono scorgere una serie di Madonne col Bambino, Angeli, i Santi Protettori contro le epidemie gli immancabili Santi Rocco e Sebastiano, Sant’Antonio Abate, il titolare della chiesa San Giorgio a Cavallo ecc.
Di tutti questi dipinti di Santi e Sante se ne contano più di cinquanta riquadri. Una preziosa acqua santiera e’ stata realizzata da Loreto Cernio di Fazio (1546-1547); interessante una statua lignea della Madonna col Bambino del XIV secolo, ma anche una Wesperbilden di ascendenza tedesca. Materiale e suppellettili messi in sicurezza dopo gli eventi sismici per timore di furti da parte dei soliti sprovveduti. Questa piccola frazione di Cascia e’ stata la patria di San Vincenzo Pallotti, morto nel 1850. Fu beatificato nel 1950 e canonizzato da Giovanni XXIII nel 1963. La popolazione lo venera ogni anno con una grande festa e solenne processione.