Franco Venanti, Genesi costantemente in corso d'opera

Più volte mi è capitato di incrociare Franco Venanti. La prima fu quando, ragazzino, mia madre sottraeva all’improvviso cibo, pure meticolosamente preparato. Si trattava, infatti, di pietanze straordinariamente farcite che erano destinate, però, al “Bonazzi”. Preparati dalle “Bonazze”, per l’appunto a cui è stato dedicato un libro di ricette. Col tempo ho saputo che Bonazzi Luigi, oltre ad essere una via del centro di Perugia, era uno storico e attore teatrale  dell’Ottocento. Venanti proprio a lui aveva dedicato la sua Associazione culturale che, talvolta, prevedeva un protocollo conviviale. Più in là incocciai Venanti sul muro di una strada di Perugia: il manifesto che creò per Umbria Jazz 1985, un cavaliere rinascimentale, si sarebbe detto, che suonava la tromba in groppa a un fiero cavallo bianco. Bello.
L’avvicinamento decisivo avvenne con Venantyricon. Un libro che era nella libreria di casa. Era la divertentissima summa di una serie di disegni realizzati dal maestro nel tempo, caricature satiriche dall'”Angusta (sic!) Perusia” ai politici che hanno fatto, o tentato di fare, la storia della Repubblica italiana, che lui aveva sottoposto alla gogna della sua matita. Impressionante il parterre degli autori dei testi: Guidobaldo Angeletti, Franco Bozzi, Francobaldo Chiocci, Gianni Letta, Nando Martellini, Paolo Meattelli (c’era infatti una sezione dedicata al Perugia Calcio), Giuseppe Occhioni, Giancarlo Scoccia, Enrico Vaime.
Infine, meglio dire finalmente, Franco Venanti mi si personificò per motivi di lavoro, legati alla vita da cronista. Ed è questo l’aspetto che più mi affascina e continua a piacermi di lui che personifica la cronaca costante. I suoi lavori, siano quadri, sculture o libri, rivelano la profonda essenza di un intellettuale vivo, impertinente, indomabile, ironico, combattente. Soprattutto diretto nei linguaggi che adotta per ricordare, dire, denunciare e prevedere. Una volta, parlando delle avanguardie dell’arte contemporanea, mi confessò un certo imbarazzo perché per lui la pittura doveva dare un messaggio comprensibile alla gente, carico di significati, di rimandi da leggere a vari livelli, ma figurativi.
Venanti vuole raccontare. Da qui la scelta di vivere, forse, uno dei suoi compleanni più significativi, mercoledì scorso, 6 novembre: 89 anni presentando l’ennesimo suo “documento alla storia e alla vita”; il volume “Genesi”, Edizioni Futura, creato assieme a Pierfrancesco Pingitore con testi a cura di Guido Barlozzetti, Lino Conti e Luca Gammaitoni. E a questo giorno particolare si riferiscono le immagini qui sotto.
 




Inviati alla festa-presentazione nella salotto buono di Perugia, la Sala dei Notari, l’amico di sempre Francobaldo Chiocci e Marco Ferrazzoli. A fare gli onori di casa, l’assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Leonardo Varasano, cognome illustre per tanti liceali del Mariotti.
Per gentile concessione di Futura, vi offriamo, in miniatura, una serie di tavole per intuire di cosa stiamo parlando.
 


Per capire i perché dell’urgenza di questo lavoro, ovviamente, lo si dovrà leggere. Una mezza idea che prima o poi avrebbe messo mano a qualcosa di simile, personalmente, l’avevo avuta quando  più o meno tre anni, stava lavorando al libro “Sporco mondo”.  Ci soffermammo a parlare di Dio nel suo salottino dove ero riuscito a rimediare uno strapuntino tra le mille cose di cui deve circondarsi. Gli chiesi a cosa credeva. “Mi capita sempre più spesso, di notte, di avere il desiderio di aprire la finestra e guardare in alto. Voglio credere che talvolta sentano lo stesso desiderio anche i giovani. Fa bene”.
Genesi costantemente in corso: su tela, su carta, sull’Uomo.
Auguri di cuore, maestro Venanti.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.