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Francesco d'Assisi e Federico II, due protagonisti della storia


PERUGIA – Delle straordinarie vicende di Francesco di Assisi e di Federico II in Terrasanta e delle loro audaci imprese che segnarono il corso della storia fino ai nostri giorni, ci parlerà a Perugia la giornalista e ricercatrice Antonella Bazzoli, nel corso dell’incontro pubblico, in programma il 15 marzo, alle ore 17.30, presso l’auditorium dell’Ostello per la Gioventù Mario Spagnoli.
L’appuntamento, organizzato dall’Associazione culturale “Meravigliarti in Umbria” in collaborazione con “Evus” (Eventi per la Valorizzazione dell’Umbria Storica), è gratuito e aperto a tutti.
Ottocento anni fa, il 24 giugno 1219, una nave carica di crociati bolognesi partì per la Terrasanta. A bordo vi era anche il trentasettenne Francesco d’Assisi, il quale sbarcò in Siria dove frate Elia lo stava aspettando.
Da Acri i frati si spostarono a Damietta, luogo strategico in cui sanguinosi scontri tra cristiani e saraceni si protraevano da più di un anno.
Obiettivo di Francesco era incontrare il Sultano d’Egitto.
Il successo dell’incontro è attestato da tutte le fonti del tempo. Persino Bonaventura da Bagnoregio riporta che Malik Al-Kamil “…volentieri ascoltava Francesco. Anzi lo invitò pure, con una certa insistenza, a rimanere con lui…”.
Come riuscì l’umile frate vestito di stracci ad attraversare il campo nemico e ad essere ospitato per parecchi giorni alla corte del Sultano, resta un mistero…
Quasi dieci anni dopo, fallita la V crociata, tutte le speranze erano riposte nell’imperatore Federico II. Questi, dopo aver a lungo rimandato la partenza per la Terrasanta tanto da essere per questo scomunicato, finalmente partì dal porto di Brindisi, nel giugno del 1228, alla guida di una flotta di quaranta galere.
Venne ospitato con onore dallo stesso Sultano che aveva accolto e conosciuto Francesco.
La profonda amicizia che nacque tra i due sovrani culminò nello storico accordo di pace che prevedeva la restituzione di Gerusalemme e di altri luoghi santi della cristianità, oltre a una tregua che sarebbe durata dieci anni!
Fu così che con le sole armi della diplomazia, e senza alcuno spargimento di sangue, la VI crociata riuscì laddove la V aveva miseramente fallito.
Il 17 marzo del 1229 l’imperatore svevo entrò da re a Gerusalemme e, nonostante la scomunica papale pesasse ancora su di lui, si autoincoronò nella chiesa del Santo Sepolcro.

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