FOLIGNO – Conoscenza, valorizzazione, tutela. Quasi un imperativo, di certo un leit motiv per riaccendere riflettori e attenzione su un insieme di beni che sono patrimonio dell’umanità folignate e dell’Italia centrale. Perché a ben guardare sono il simbolo della città “dilatata” oltre le sue mura secondo un sistema che oggi aiuta a leggere la storia. Sono le architetture fortificate delle rocche, dei castelli e degli insediamenti accentrati riconducibili alla Signoria dei Trinci, la dinastia di fede ghibellina che governò un vasto territorio fra Trecento e Quattrocento. Ora l’alleanza tra Rotary Club, Pro Foligno e Archeoclub, il patrocinio del Comune e il sostegno delle diverse associazioni culturali della città, dà vita ad un progetto che andrà avanti sino a luglio: prima un incontro di studio e poi percorsi guidati nei territori del Vicariato dei Trinci. Si comincia il 22 marzo, alle 16.30, a Palazzo Trinci con gli interventi di Lucia Bertoglio, che spiegherà storia ed evoluzione del progetto; di Luigi Sensi, incentrato sull’inquadramento storico della famiglia Trinci; di Luciano Colia, per quanto attiene la documentazione grafica e fotografica delle rocche nel territorio dei Trinci; e di Roberta Taddei degli Amici dell’Abbazia di Sassovivo, che guiderà i partecipanti in un excursus dagli affreschi dell’antica abbazia ai cicli pittorici di Palazzo Trinci. E poi via sul territorio: il 12 maggio escursione alla scoperta delle rocche e dei castelli della montagna folignate: Sant’Eraclio, Roviglieto, Cancelli, Civitella, Pale, Scopoli-Rasiglia, Verchiano, Popola; il 9 giugno rocche e castelli tra Nocera, Poggio di Valtopina, Gallano, Salvino, Calestro e Capodacqua; infine il 7 luglio fra Torre di Matigge, Trevi, Castel San Giovanni, Fabbri, Montefalco. Riappropriarsi della storia e riappropriarsi del territorio, insomma. Tutto prende le mosse da un’iniziativa datata 1986 quando la sezione di Foligno dell’Archeoclub d’Italia e la Consulta di Coordinamento delle associazioni culturali realizzarono una mostra fotografica e una piccola ma preziosa guida sul sistema di fortificazione dei Trinci, a partire da un documento redatto dal notaio Rampeschi nel 1421. Venivano proposti degli itinerari di visita che avevano lo scopo di motivare alla lettura del territorio e quindi alla scoperta dei tanti segni, soprattutto di carattere architettonico, ancora leggibili nel paesaggio, per stimolarne la conoscenza e favorirne la salvaguardia. A tanti anni di distanza, con una maggiore consapevolezza della ricchezza di questo territorio, il Rotary Club Foligno e la Pro Foligno propongono di ripartire al fine di prendere piena coscienza di questo patrimonio e del suo valore attrattivo nei confronti di quei visitatori che, nello scoprire tali territori, manifestano sicuro interesse, sorpresa, a volte stupore, addirittura meraviglia. E parliamo davvero di un patrimonio immenso: basti pensare che era un “impero” dotato di 113 fortificazioni sparse fra Umbria, Marche e Lazio. Di queste ben 25 nel Comune di Foligno, 5 a Valtopina, 8 a Nocera Umbra, 4 a Trevi, 6 a Gualdo Cattaneo, 3 a Castel Ritaldi, 1 a Gualdo Tadino, 3 a Montefalco, 1 a Campello sul Clitunno, 5 a Bevagna, 2 a Cannara, 1 a Bettona, 5 a Giano dell’Umbria, 1 a Massa Martana, 3 a Acquasparta, 1 a San Gemini, 1 ad Amelia, 1 a Cesi, 4 a Terni, 11 a Spoleto, 1 a Polino, 6 a Sellano, 1 ad Assisi, 1 a Cascia, 1 a Norcia, 2 a Cerreto di Spoleto. Ed inoltre, Sorìfa, Visso, Ussita e Amandola nelle Marche, nonché Stiano, Fiano e Leonessa nel Lazio.
“Nel secondo Duecento, dopo un’epica fase ghibellina, se ne apriva un’altra caratterizzata dalle signorie cittadine: dapprima degli Anastasi, egemonia consumatasi entro il 1305; poi dei Trinci, abbattuta in modo violento nel 1439 – ci spiega il professor Fabio Bettoni, presidente dell’Accademia Fulginia – tutte e due le dinastie erano la proiezione sul piano istituzionale degli interessi economici delle arti maggiori. La signoria dei Trinci rese Foligno capitale di un piccolo Stato. Signori di Foligno e vicari pontifici in temporalibus (dal 1367) di un territorio via via più ampio, i Trinci inizialmente furono vere e proprie creature politiche di Perugia; estesero il loro potere sui territori, castelli e rocche di Bevagna (dal 1371), Valtopina (dal 1383), Leonessa nel Reatino (1389-1415), Montefalco (dal 1389), Bettona (dal 1389), Nocera (dal 1392) e, nell’Umbria meridionale, su Piediluco, Miranda, le Terre Arnolfe. Durante la signoria, la città assunse un prestigio economico e culturale rilevanti e un peso politico senza precedenti”.
Il nuovo progetto vede la collaborazione di Accademia Fulginia, Amici Abbazia di Sassovivo, Associazione Orfini Numeister, Consulta delle associazioni culturali, Pro Loco Pale, Pro Loco Valle del Menotre, Pro Loco Volperino, Pro loco Verchiano, Pro loco Valtopina, Pro Serrone – La Bottega di San Giuseppe; Associazione Rasiglia e le sue sorgenti.