PERUGIA – Quattordici proprietari di “Ferrania Eura” del ’59 e una stessa missione: fotografare con l’analogico l’isolamento causato dal Covid, senza trasgredire le norme imposte.
Nasce così il progetto “A long sunday”, ideato dall’autrice televisiva Chiara Vannoni e che vede, tra i diversi partecipanti, il fotografo amatoriale pievese Gaetano Fiacconi.
“A Long Sunday – racconta la promotrice – si colloca in quella situazione straniante che ha caratterizzato la prima ondata del virus, nella quale le giornate sono diventate ripetitive e avvolte in un manto di silenzio. Ho pensato di rintracciare, tramite hashtag sui social, chi utilizzasse una Ferrania Eura e potesse leggere con occhi diversi lo stesso momento, creando così il Collettivo Longsunday”.
L’idea di partenza era documentare quegli attimi, assecondandone l’atemporalità per descrivere un momento inedito con uno sguardo antico. Come in una lunghissima e deserta domenica pomeriggio. La piccola e leggera macchina fotografica del 1959 è stata la chiave per accompagnare l’attesa. Ma non ci sono stati vincoli per i fotografi: a ciascuno è stata data la totale libertà espressiva per tecniche o scelte di soggetti. Unica regola: leggere il presente tramite questo mezzo per osservare ciò che era vicino o dentro di sé.
Come ha fatto Fiacconi, che attraverso la sua Ferrania ereditata dal nonno Gaetano, ha raccontato un piccolo tassello d’Umbria fra Corciano e Città della Pieve, le uniche due zone dove per ragioni di lavoro e residenza gli era consentito muoversi.
“Le mie prime foto – racconta – narravano un vuoto totale. E in questo contesto la spesa da scaricare dalla macchina diventava una attività emozionale; la visita dei volontari della protezione civile uno scambio relazionale. Per poi passare all’immagine di qualche passeggiatore che colorava le strade di Città della Pieve, alla fila di fronte al municipio per ricevere i presidi e i buoni spesa e ancora, a primavera inoltrata, a qualcuno che recuperava il gusto della vita all’aria aperta anche solo sullo scalino davanti casa, appoggiandosi un pc sulle ginocchia. Voglia di normalità, incredibile desiderio di respirare”.
“Una esperienza emozionante quella della narrazione – aggiunge Fiacconi – soprattutto perché, lavorando con la fotografia analogica durante il lockdown, gli sviluppi dei rullini sono rientrati dopo mesi, quando tutto era attutito e molto sembrava lontano. Ancora più emozionante l’esperienza del collettivo: uno scambio costante e continuo da tutto il mondo, da Mosca agli Stati Uniti d’America. E siamo tuttora connessi”.
La raccolta completa delle foto del collettivo per adesso può essere fruita solo online sul sito https://www.alongsunday.com/, ma il progetto a lungo termine, quando le condizioni lo consentiranno, è quello di dar vita a mostre itineranti e ad una pubblicazione.