Forza Umbria! Nella partita col Governo allo Stadio "FASE 2" mister Tesei trova il centravanti outsider

L’Umbria, prima di tutto e di tutti. Ci piace. Soprattutto in questa fase dove gli indirizzi di politica regionale devono essere netti, condivisi, partecipati. Per trovare forza e coraggio. Ovviamente nel rispetto del ruolo al quale ciascuno deve assolvere per specifico mandato dei cittadini-elettori. Che alla fine della legislatura chiederanno, giustamente, il conto.
La questione è la partita Coravirus-Umbria che si disputa su un campo minato. Si gioca in un clima da emergenza pandemica in cui allo “Stadio Fase 2” dominano tensione, terreno pesante e infido, contropiedi imprevedibili.  Proprio per questo è evidente che la terna arbitrale, Governo, ministero della Salute e Istituto Superiore della Sanità, deve fare la sua parte per tutti i 90 minuti, tempi supplementari compresi.
Proprio ieri Vivo Umbria ha dato ampio spazio alla giustissima reazione della presidente della giunta regionale, Donatella Tesei, riguardo un inatteso sgambetto in piena area di rigore: “Siamo – ha detto – alla commedia dell’assurdo, al paradossale.
L’Umbria ha 94 persone positive al coronavirus su una popolazione di quasi 900 mila abitanti, solamente 2 pazienti in terapia intensiva, una curva dei guariti in forte ascesa e quella del numero dei contagiati a picco, ma viene incredibilmente indicata come una regione a rischio (come la Lombardia per intenderci ndr.). Questo perché tra gli indicatori utilizzati c’è il famigerato indice Rt che adotta un meccanismo di confronto dei numeri dei contagi settimanali che va a penalizzare proprio le regioni che sono nella fase di coda del contagio, che hanno numeri bassi in termini assoluti, ma che appaiono alti in termini percentuali. Una formula le cui lacune, per chi vive come noi la fase di uscita dal contagio, sono evidenti. Tra l’altro i nostri nuovi rari casi, ormai da 10 giorni ad un passo dallo zero, provengono da screening mirati che stiamo facendo proprio per evitare cluster”.
Sono le rimostranze di ieri dell’allenatore-capitano Tesei che oggi sa di poter contare su un centravanti che sta in panchina ma potrebbe fare molto comodo in avanti anche perché l’area (sanitaria) la conosce bene, purché riceva palloni giocabili: Tommaso Bori, capogruppo del Pd in Regione.
“Il PD – spiega mentre si scalda a bordo campo – è pronto a fare la propria parte per difendere l’Umbria. Serve spiegare che, con il passaggio da R con zero a R con t non è aumentato in alcun modo il rischio contagio. Chi ha un ruolo istituzionale lotti perché sia fatta chiarezza e anche noi siamo pronti a fare la nostra parte, per primi anche se in minoranza, senza rincorrere gli interessi di parte o il consenso di partito, ma per il bene della nostra regione e il benessere degli umbri”.
“Noi difendiamo l’Umbria – dice Bori l’outsider – a prescindere da chi governa: una terra abituata a lamentarsi poco e lavorare molto, a ricostruire dopo i danni e rinascere più bella di prima. Gli umbri sono un popolo laborioso e generoso, che si è risollevato dalla miseria del passato rimboccandosi le maniche e mettendocela tutta. In questi giorni ci siamo trovati su tutte le prime pagine dei giornali nazionali e sui titoli di apertura dei telegiornali tra i territori ‘sorvegliati speciali’. Se noi fossimo stati al governo della Regione la Lega si sarebbe sfregata le mani e avrebbe attaccato a testa bassa e in maniera strumentale. Noi no, noi siamo diversi da loro: a noi non interessa fare campagna elettorale sulla pelle dei nostri concittadini. Qualche assessore quindi stia sereno: quando e se questa Giunta farà o proporrà qualcosa di buono per l’Umbria e gli umbri, noi saremo i primi a riconoscerlo e a sostenere i singoli provvedimenti”.
“Noi – rimarca il capogruppo Dem – vogliamo tutelare i lavoratori, le imprese, le attività commerciali, gli operatori del turismo e tutte le realtà che con fatica si stanno attrezzando per ripartire. E, tanto meno, vogliamo spargere veleno e paura nella nostra comunità regionale. Cosa è cambiato in Umbria dal giorno alla notte? Niente, in numeri assoluti: oggi (ieri ndr) si registrano solo due nuovi casi, mentre i positivi sono scesi sotto il centinaio per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria. I ricoveri in ospedale sono in tutto 27, mentre in terapia intensiva ormai soltanto due. Per questi risultati bisogna ringraziare tutti gli operatori della sanità pubblica e dell’università pubblica. È l’Umbria la regione più sicura non solo in Italia, ma anche in Europa, in cui vivere, investire, studiare o visitare per turismo”.
“Il cambiamento – spiega Bori – ha riguardato l’indice R con zero, diventato un indice che valuta gli incrementi percentuali. Questo può essere adatto con un campione adeguato, non con realtà poco popolose come la nostra, e con un numero di casi più alto, mentre in Umbria le variazioni sono ormai su numeri molto piccoli. Insomma il dato non è attendibile. Ora è urgente, anzi forse è già tardi, spiegare tutto questo e tranquillizzare chi guarda all’Umbria come ad un luogo sicuro. Seppur è vero che la nuova fase, con la riapertura delle attività e la circolazione delle persone, comporta un aumento del rischio è altrettanto vero che è uguale a quello del resto delle regioni. Anzi – continua – abbiamo dimostrato che sia per la conformazione geografica del nostro territorio, sia per il nostro senso di responsabilità nel rispettare le regole e le restrizioni in maniera seria, il rischio è più basso che da altre parti”.
“Non possiamo permetterci che passi un messaggio sbagliato – conclude Bori -, che rischia di sedimentarsi nell’opinione pubblica. Chiunque abbia un ruolo istituzionale ha il compito di lottare perché sia fatta chiarezza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
E allora, Forza Umbria!
Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.