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Fondazione Perugia acquista a Parigi la Collezione Albertini: torna a casa un tesoro di documenti storici

PERUGIA – La Collezione Albertini è una pregiata raccolta di documenti e coperte in pergamena del XIV e XV secoloFondazione Perugia ha acquistato i lotti, in totale 153, in un’asta a Parigi proprio stasera , 21 giugno, alla cas d’asta Mirabaud Mercier e dopo apposita autorizzazione degli Archivi di Francia.

 

Il prezzo di aggiudicazione è stato di 305 mila euro, più i diritti d’incanto. I pregiati rivestimenti documentali, finemente decorati e dipinti, appartenevano a registri di podestà, capitani del popolo, giudici e sindaci del Comune di Perugia. Molti di questi raffigurano il Grifo o gli emblemi dei magistrati eletti per amministrare la città.

Il giurista Luigi Albertini, a metà dell’Ottocento, acquistò la collezione a Roma da Josef Spithorer, antiquario e diplomatico peruviano a Parigi. In seguito, Albertini portò l’intero tesoro in Francia, dove è stato conservato fino ad oggi dagli eredi.

Le preziose coperte erano state staccate dagli antichi registri dell’amministrazione giudiziaria, tuttora custoditi presso l’Archivio di Stato di Perugia. Finalmente, con il loro ritorno in Umbria e dopo un’attenta analisi, sarà possibile ricollocare i vari elementi e ricostruire l’unità documentaria.

 I beni acquistati dalla Fondazione hanno un grande valore culturale, artistico, storico e araldico. Attraverso il loro studio, inoltre, sarà possibile ricostruire i volti di alcuni dei magistrati impegnati nell’amministrazione giudiziaria di Perugia. Nei giorni scorsi, diversi esperti e storici dell’arte, anche attraverso appelli pubblici, avevano sollecitato l’acquisto della collezione da parte di un ente pubblico o privato.

“Il successo dell’asta parigina è per noi un motivo di grande orgoglio e soddisfazione” spiega Alcide Casini, presidente di Fondazione Perugia: “L’impegno economico del nostro ente è stato importante, ma ancora più importante è il valore di questa collezione per la cultura e l’identità del territorio. La raccolta di Albertini ha un enorme significato simbolico e scientifico e consentirà ai tanti ricercatori del settore di approfondire con nuovi strumenti la storia della città. Spendersi per riportare un tale patrimonio a casa era doveroso ed è pienamente coerente con la nostra missione di custodi e promotori di arte e cultura”

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