FOLIGNO – Non è solo una festa religiosa. Quella che Foligno tradizionalmente celebra la seconda domenica di gennaio, è una celebrazione che racconta la storia di una grande devozione e anche almeno due capitoli di vicende cittadine con cui i folignati hanno dovuto (dolorosamente) fare i conti: il ripetersi del terremoto e la devastazione dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. E’ la festa della Madonna del Pianto, compatrona della città.
Per il 2020 l’appuntamento è fissato per domenica 12 gennaio, quando i folignati si ritroveranno nel santuario che celebra la Madonna del Pianto e di cui conserva l’effigie scoperta soltanto in questa occasione. Oggi il luogo deputato è la Chiesa di Sant’Agostino in piazza Garibaldi, ma in realtà l’originaria chiesa si trovava in quella che attualmente è piazza Giacomini, un “vuoto urbanistico” creatosi a seguito del bombardamento del 22 novembre 1943, giorno del primo, tremendo bombardamento angloamericano sulla città.
Ma andiamo per ordine. Oggi la solennità della Compatrona di Foligno è un momento di raccoglimento e di ricordo, a partire dalle 7.30 con lo scoprimento della Sacra Immagine: la celebrazione dei riti religiosi nel santuario per tutta la giornata, la consacrazione della città alla Vergine alla presenza delle autorità civili e militari, il mercato delle arance in piazza Garibaldi, la “semplice” visita in chiesa anche solo per attestare la devozione che da secoli i folignati esprimono.
E’ dal 1614 che l’effigie della Madonna del Pianto è venerata a Foligno, quando per volontà del sacerdote Francesco Santi venne istituito anche qui il culto della Vergine gemente. Il titolo Madonna del Pianto si deve al racconto di un fatto prodigioso successo a Roma nel gennaio del 1545, quando due nemici si scontrarono in un duello nei pressi di un’edicola della Madonna. Uno dei due, vistosi perduto, implorò la pietà dell’altro in nome della Vergine Maria davanti a loro raffigurata. L’uomo però fu sordo alle suppliche e uccise l’avversario con un colpo di pugnale. La barbara scena si svolse proprio davanti all’immagine della Madonna, che di fronte all’efferato delitto fu vista piangere da numerosi testimoni. La notizia si diffuse rapidamente e il popolo accorse a venerare quella Madonna che fu detta “Madonna del Pianto”. L’immagine sacra fu staccata e adorata in tutto lo Stato Pontificio, in particolare a Roma, a Fermo e a Foligno dove vennero istituite chiese e confraternite in onore della Madonna che aveva pianto. In città fu don Francesco Santi a volere nella sua chiesa il culto e la statua della Madonna del Pianto, istituendone la festa la domenica precedente il 17 gennaio. La devozione dei folignati verso la Madonna del Pianto andò crescendo di anno in anno, tanto che la nominarono loro Patrona rivolgendosi spesso a lei per implorare soccorso durante le calamità. Secondo la credenza popolare, fu la Madonna del Pianto a salvare Foligno dallo spaventoso terremoto che il 14 gennaio del 1703 sconvolse mezza Italia. Da quel giorno la Vergine è stata nominata protettrice della città e dei folignati, che da secoli la venerano dunque con grande devozione. Invocata anche in tempi recentissimi…. Ed è proprio all’indomani del terremoto del 1703, giorno della festa della Madonna del Pianto, che si stabilisce di far sorgere la nuova chiesa disegnata dall’architetto Sebastiano Cipriani.
Quella di cui oggi Foligno non possiede più testimonianza diretta. Si diceva del bombardamento del 22 novembre 1943: è in quel giorno che i 108 apparecchi che sorvolano la città sganciano bombe in due tempi: “il primo – documenta la relazione sull’incursione depositata nella sezione folignate dell’Archivio di Stato – alle ore 12.53 circa e l’altro con intervallo di alcuni secondi e complessivamente furono gettate circa 250 bombe dirompenti da kg 500, 250 e 100, circa una ventina rimasero inesplose”. In questo frangente viene provocata la distruzione completa della Madonna del Pianto, di molte abitazioni di proprietà della Confraternita e del Seminario Diocesano. La perdita della chiesa, al pari del Teatro Piermarini, viene accolta con commozione dai folignati e non soltanto per il suo valore artistico, ma anche affettivo e soprattutto devozionale.
Peraltro la chiesa di Sant’Agostino, attuale santuario della Madonna del Pianto, è un altro scrigno prezioso: edificata nella seconda meta del XIII secolo e ristrutturata tra gli anni Venti e Cinquanta del diciottesimo, ha costituito il primo insediamento cittadino dell’Ordine agostiniano, che lo ha mantenuto fino al 1810. “Ma è ancora ricchissima di cicli medievali tenuti segreti dalle mura settecentesche – ci spega la storica dell’arte Giordana Benazzi – la demolizione casuale della ‘fodera’ del ‘700 ha permesso di scoprire che l’involucro esterno è pieno di affreschi del ‘300, purtroppo destinati a rimanere invisibili. L’unico punto rimasto fuori dal rivestimento è la cappella di Santa Caterina. Il restauro promosso da monsignor Giuseppe Bertini ha permesso di rendere ancor più apprezzabili questi affreschi. Le murature sono tardo-duecentesche mentre le pitture sono realizzate in due momenti diversi, nel primo Trecento e gli altri tardo-gotico”.