Fiorella Mannoia & Danilo Rea faranno “Luce” al Lyrick di Assisi

PERUGIA Nomen omen, avrebbero detto i latini. “Luce”: nessun titolo di concerto, e annesso tour, avrebbe potuto calzare meglio. Luce è quella delicata, colta e popolare, calda e affascinante, immaginifica e poetica che Fiorella Mannoia e Danilo Rea stanno regalando live con brani che fanno parte del vissuto di tanti e attraggono le giovani generazioni che il vissuto se lo devono ancora costruire. Voce inconfondibile, pianoforte sapiente. Il duo va. E come va. Domenica 5 novembre torna in Umbria, al Lyrick di Assisi,dopo la tappa a Castiglione del Lago di questa estate per Moon in June. Una occasione imperdibile per questa intervista a due voci.


– Da giugno “Luce” sta attraversando tutta Italia: a livello personale cosa avete ricevuto dal pubblico? Cosa pensate voi abbiate dato agli spettatori?
Quando siamo partiti per questa nuova avventura, non ci aspettavamo un successo simile e ne siamo molto contenti. Serata dopo serata continuavano ad arrivare richieste e così abbiamo deciso di portare ciò che facevamo all’aperto dentro ai teatri. Per noi la musica è soprattutto emozione, non solo la nostra ma anche quella del pubblico che ripercorre con noi canzoni che hanno fatto parte della vita di tutti, che l’hanno segnata in qualche modo. Vedere persone che si emozionano, che piangono e che condividono tutto questo con noi, ci fa venire voglia di continuare ancora e ancora.
– Le sue canzoni cantate in maniera intima amplificate da Danilo Rea: cosa le richiede, Mannoia, a livello musicale e interpretativo questo tipo di concerto?
Questa tournée è stata una sfida per diverse ragioni, abbiamo tolto tutto il superfluo e lasciato l’essenziale mettendo al centro del palco le canzoni. Per me è stata una novità, non avevo una band dietro a cui appoggiarmi, una scaletta rigida a cui attenermi, e un unico grande musicista al mio fianco. Questo ha significato avere l’attenzione di tutti rivolta solo su noi due. Per fortuna già dopo le prime due serate l’ansia e la paura hanno lasciato il posto al divertimento; poi suonare con Danilo è come volare ed è stata, ed è anche ora, una delle più belle esperienze che potessi fare.
– E per lei, Danilo Rea?
È un concerto particolare. I soli strumenti che portiamo con noi sono le candele che ci illuminano, il piano e la voce, a cui si aggiungono di volta in volta le suggestioni dei teatri, le emozioni e quella condivisione che si crea con il pubblico che ci suggerisce la strada da prendere. La vera sfida è improvvisare riuscendo a fondere perfettamente pianoforte e voce, siamo liberi ma allo stesso tempo connessi l’uno all’altro, come se fossimo una cosa sola: ci ascoltiamo, e questo ci consente di divertirci, di vivere un viaggio musicale ogni sera diverso.
– Come è avvenuta e in base a cosa la scelta dei brani in scaletta?
Nel vastissimo repertorio italiano a nostra disposizione, abbiamo scelto di portare con noi canzoni che raccontano il nostro passato, che hanno accompagnato momenti della nostra vita, vere poesie che condividiamo, come abbiamo potuto vedere, con tutto il pubblico, persone di qualunque generazione. E suonarle non è solo un enorme piacere, per la bellezza delle melodie e la profondità dei testi, ma è anche un dovere, affinché non vengano dimenticate e rimangano vive nella memoria e possano continuare a comunicare qualcosa a chi le fa proprie.
– Lei, Mannoia, ha detto che questo concerto diventerà un album: quando si presume uscirà e sarete solo voce e piano?
Crediamo che finché c’è emozione in quello che facciamo e nelle esperienze che viviamo musicalmente, non sia necessario andare in pensione e fermarci. Questo album tanto richiesto rappresenta per noi un modo per fermare questa magia che non capita spesso nella vita e che ci suggerisce di volta in volta qualcosa di nuovo: abbiamo voluto ricreare nel disco il live, come se fossimo in un reale teatro, con un pubblico vero davanti ad ascoltarci.

– Cosa vi piace di più l’uno dell’altra a livello artistico e umano? Iniziamo con lei Mannoia?
Danilo è un jazzista molto versatile, la sua mentalità e formazione non permette di contenerlo e ad ogni concerto segue una direzione diversa. Io lo sento e cerco di muovermi di conseguenza. Anche nel momento in cui si trova da solo sul palco, riesce a trasmettere tanto e a coinvolgere il pubblico che riconosce le melodie e lo accompagna cantando o dando ritmo con le mani. Per quanto riguarda la persona, lo conosco ormai da trent’anni, siamo amici non solo sul palco e abbiamo sempre notato questa grande sintonia, tant’è riuscito un po’ a “jazzizzarmi”, se così si può dire, e questo rende quest’esperienza molto divertente.
– E a lei, Rea?
Fiorella è una persona di un’umanità incredibile, fonte d’ispirazione e di idee, oltre ad essere una mia grande amica. Il nostro rapporto si consolida sempre più data dopo data e sto vivendo con lei delle emozioni fortissime e sempre diverse. Come artista, non voglio ricadere nelle banalità, per cui mi limito solo a dire che ha un grande potere: è in grado di trasmettere emozione quando canta e interpreta perfettamente le parole delle canzoni, non solo le sue ma anche quelle dei grandi poeti che portiamo sui palchi.

– Ci date un aggettivo per questo concerto?
Ce ne sono tanti: è intimo, emozionante, suggestivo, divertente, unico. Però quello che più lo descrive è essenziale. Noi ci siamo spogliati di tutto e con le sole luci delle candele illuminiamo la musica, ridotta alla pura essenza, con tutta la sua forza travolgente. Per quasi due ore, con il pubblico, ci immergiamo in testi e melodie che parlano di noi, del nostro passato e del nostro presente, condividendo insieme tutto ciò che sono in grado di trasmetterci.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.