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Film Commission: Umbria, se ci sei, batti un ciak

PERUGIA – Si dirà: al momento, c’è altro a cui pensare. In effetti l’ente Regione è in balìa della magistratura. L’amministrazione comunale di Perugia in attesa del verdetto delle urne. Noi, magari, con altre impellenze. Tutto vero. Fatto sta che il tempo stringe e in ballo c’è una realtà che per l’Umbria è, e può ancora di più esserlo in futuro,  importante su più fronti: si chiama Film Commission e in soldoni, culturali senza dubbio ma certamente anche sonanti,  significa produzioni cinematografiche nella nostra regione.  Al di là delle imbarazzanti schermaglie politiche che si sono verifiche in una delle ultime sedute del Consiglio regionale che ha visto Leonelli doversi affidare a una maggioranza trasversale per far passare la sua posizione “transitoria” riguardo gli investimenti passati e futuri su Film Commission, ora c’è da prendere atto che c’è un’attività che negli ultimi anni ha dato i suoi frutti con tanti set cinematografici che si sono susseguiti sulla rotta Perugia, Terni, Spoleto, Bevagna .

Don Matteo, fiore all’occhiello dei set vincenti allestiti in Umbria: Belen è stata una delle tante star ospitate in questi anni

Oltre a Don Matteo, ci sono state produzioni internazionali quali “Il nome della rosa” che ha posato la telecamera in primo piano su Perugia e Bevagna.

Il nome della Rosa, vetrina per Perugia e Bevagna

E ancora il film”Copperman” a Spoleto, la fiction “Sara & Marti”  a Bevagna mentre Foligno è diventata la scenografia di “Nati due volte” e il lungometraggio “The Whinemaker’s Son” che verrà  girato a Orvieto, Montefalco e Torgiano.

La novità è che hanno aderito al bando Anci, Comune di Bevagna, la Camera di Commercio e le Fondazioni Cassa di Risparmio di Perugia e di Terni.

Nell’ultima giunta Romizi, poi, il Comune di Perugia ha votato positivamente la manifestazione d’interesse a entrare in questa realtà. Pur essendo scaduto, infatti, il bando, può ancora concretamente prevedere nuovi soci, ciò seguendo la stessa procedura adottata dall’amministrazione perugina uscente. Quindi altrettanto possono fare istituzioni ed enti interessate. Daniele Corvi che segue gli snodi tecnici del progetto e fa da ponte tra Anica, l’associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive multimediali e Regione Umbria, si è già espresso nei giorni scorsi in maniera chiara:  “L’appello che facciamo ai comuni in primis è di sottoscrivere la manifestazione di interesse per riuscire entro dicembre a costituire la Fondazione, quindi iniziare l’attività con una ipotetica presentazione a Cannes nel mese di maggio 2020. L’iter della costituzione va avanti, a prescindere dalla crisi della giunta regionale – ha spiega Daniele Corvi – e tutto è affidato alla dirigente Antonella Tiranti. E’ lei il riferimento per chi volesse entrare”. Ora: con tutto il rispetto per la dirigente che farà al meglio il suo lavoro e rappresenterà come nessuno mai il ruolo affidatole, c’è bisogno di qualcosa di ulteriore, ovvero di una regione che ritrovi identità culturale, coraggio d’impresa, orgoglio, consapevolezza delle sue potenzialità.

Spiace per questo ancora di più, date le premesse, dire che però la necessità è ora riuscire a vedere cosa c’è davanti al naso, prima di ammirare l’orizzonte: la battaglia di oggi si combatte in tempi ridotti e campi stretti:  non perdere i contributi previsti dall’Unione europea. “La Fondazione Umbria film Commision che la Regione Umbria sta costruendo dovrà sostenersi con fondi comunitari, governativi e le quote versate dai Comuni aderenti – specifica Corvi -. Il modello preso a riferimento è quello della Puglia miscelato con l’esperienza del Trentino Alto Adige, due realtà molto avanzate in materia. In particolare il focus economico sarà di far ricadere sul territorio regionale tutto quanto viene stanziato dalle produzioni”.

Enti, comuni, amministrazioni varie: se ci siete, battete un ciak.

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