Fiabafobia, spettacolo per ridere delle nostre paure con Arianna Porcelli Safonov

PERUGIA – Nell’universo della comicità poche voci sono così taglienti e fuori dagli schemi come quella di Arianna Porcelli Safonov, attrice comica e scrittrice che, giovedì 18 gennaio alle 21 presso la Sala dei Notari di Perugia, porterà in scena “Fiabafobia”, spettacolo che l’autrice stessa definisce una “collana di racconti che sorride e fotografa l’istante preciso in cui veniamo schiaffeggiati dalle nostre fobie mentre facciamo finta di essere cool ed il momento inquietante in cui realizziamo che abbiamo paura perché tutti hanno paura e ci hanno detto di averne”.

 

La satira sociale come arma più affilata, con spirito critico e la capacità di trasformare piccole e grandi questioni sociali in fonti di ilarità e riflessione, nei suoi monologhi Arianna attraversa le barriere del politicamente corretto e mette in scena la nostra società in modo divertente e al tempo stesso provocatorio.

Con una risata che fa riflettere e svela la forza trasformativa della comicità “Fiaba-fobia è una collana di racconti che indaga sulle fobie che accompagnano la nostra persona, a volte per tutta la vita, a volte più dei parenti.

Fiaba-fobia è stata scritta per ridere e per pensare.

Sperando che nessuno abbia paura di ridere e di pensare”.

 

 

 

 

A pochi giorni dallo spettacolo l’abbiamo raggiunta per farle qualche domanda:

Arianna, il tuo ultimo spettacolo si chiama Fiabafobia. Cosa ti ha portato a focalizzare la tua ricerca sulle paure del nostro tempo e perché sotto forma di fiaba?

 

In realtà, non sono fiabe nell’accezione tipica della parola.

Partiamo da aneddoti esilaranti accaduti realmente nella mia vita per dimostrare come le paure abitino i nostri giorni quasi quanto i pasti.

Le paure possono essere di due tipi: le fobie caratteristiche del nostro dna, quelle che compongono la nostra personalità (la paura dei ragni o quella di volare in aereo, ad esempio), che sono paure che tendiamo a nascondere per pudore.

E poi ci sono le paure generate dall’induzione sociale, come quella dei terroristi, delle pandemie, timori giusti e comprensibili almeno fino a quando non diventano paralizzanti. Quelle ultime sono paure che invece amiamo condividere con gli altri, anzi, molto spesso le usiamo come collanti per conversazioni ed amicizie.

Ecco, il rapporto con queste due tipologie di paure crea situazioni tragiche ma divertenti.

Una caratteristica delle fiabe è l’atemporalità, il loro essere situate in un tempo fuori dal tempo. Per te invece da dove viene l’ispirazione?

 

Si parte sempre da aneddoti personali, l’umorismo si nutre della quotidianità che, in un certo senso ha una sua connessione con l’atemporalità, nella misura in cui, il tentativo dell’essere umano di mostrarsi supercool ai suoi simili, fallisce miseramente da sempre.

Le fiabe sono riconoscibili da uno schema fisso: una situazione iniziale in equilibrio che poi si rompe, una complicazione, le peripezie dell’eroe, uno sviluppo ed infine un finale lieto e risolutivo.

Nelle tue fiabafobie come concluderesti “e tutti vissero…”?

 

E tutti vissero inadeguati.

 

 

 

 

Possiamo dire che il tuo strumento magico è la risata? Cosa cerchi di cambiare o di attivare in chi ti ascolta attraverso di essa?

 

L’umorismo è una lingua a sé che traduce questioni di grande profondità e dramma, contiene la straordinaria, quasi magica capacità di far perdere peso specifico ai grandi temi, in modo da poterli, appunto, tradurre sotto alte variabili e comprenderne altri punti di vista. Mi spiace quando la comicità giochi facile su argomenti frivoli perché perde il suo gusto profondamente morale.

 

So che sei già stata nella nostra regione, che ricordo hai del pubblico umbro e dell’Umbria?

Sono molto legata alla vostra terra perché nei miei trent’anni di vita romana (sono romana), mi è sempre tornata utile come piano di fuga.
La matrice mistica, selvatica ma anche profonda e colta della vostra terra è un motore per le zone contaminate dalla fretta e dal consumo.
Conosco, frequento e amo molto le zone amate da San Francesco e sono sempre felice di tornare in luoghi dove si sente fortissimo, l’influsso del mio adorato appennino.

 

 

Informazioni e biglietti: www.ariannaporcellisafonov.com

Francesca Verdesca Zain: Una vita vissuta all’insegna della creatività. Giornalista pubblicista, artigiana, danzatrice, lettrice e sognatrice compulsiva, sono amante della natura, della scrittura, dei gatti. Ho una laurea in lingue e letterature straniere.