SOLOMEO – Cinque giorni di musica dal 28 giugno al 2 luglio che coinvolgeranno l’intero borgo di Solomeo, per i 25 anni della rassegna Festival Villa Solomei. Musica in ogni angolo del borgo in sintonia con il Paese scelto quest’anno, gli Stati Uniti d’America. Ma musica anche come elemento simbolico di un Paese dove le migrazioni anche dall’Italia hanno caratterizzato una larga parte della nostra storia, quando dall’Italia si partiva per l’America in cerca di fortuna.
Sulla filosofia che ha ispirato questa edizione abbiamo intervistato il direttore artistico Fabio Ciofini.
– Maestro Ciofini, direttore artistico del Festival Villa Solomei, quest’anno è arrivata la venticinquesima edizione, ma con un programma, diciamo, forse un po’ atipico. Oltre alla musica classica, in questo venticinquennale e in occasione della Festa europea della musica (23 giugno) c’è ampio spazio riservato anche alla musica popolare, dal soul alla pop music.
Sì, in effetti ha colto esattamente del segno quella che è l’intenzione del nostro festival, non solo un programma di musica colta, ma un programma di musica che ingloba tutte le sfaccettature, tutte le possibilità che quest’arte dà.
Quest’anno poi avremo anche il grandissimo paese ospite qui a Solomeo, che sono gli Stati Uniti d’America. Quindi, come diceva lei, porteremo il soul, porteremo il gospel, porteremo artisti da Broadway, porteremo il jazz con l’orchestra di Arturo O’Farrill e poi porteremo anche due artisti, due nativi americani, che porteranno quella che è la cultura degli indiani d’America attraverso le danze e gli strumenti etnici.
– Quindi si festeggia quest’anno il venticinquesimo anno di attività con una linea artistica forse inedita in una prospettiva anche futura?
Continueremo sicuramente a seguire questa strada e immagino della commistione tra vari generi. Quindi cercheremo sicuramente di portare ogni anno un paese ospite qui a Solomeo.
Poi non mancano, come sempre, i grandi ospiti. Avremo Anna Foglietta con uno spettacolo struggente sull’immigrazione, e un grandissimo artista; una grandissima voce italiana, che è quella di Mario Biondi che si eseguirà per il concerto finale insieme alla Filarmonica di Solomeo.
– Ecco, anche qua si rileva una commissione che non è soltanto dedicata alla musica, sia essa colta o popolare, ma anche negli aspetti teatrali, diciamo, e di recital, direi, giusto?
Sì, certamente. Nel caso di Anna Foglietta, ovviamente il suo spettacolo sarà principalmente di prosa ma avrà delle sfaccettature, diciamo, dei richiami musicali con il violoncello solista. Mario Biondi non ha bisogno di presentazione, tra l’altro la sua nasce come voce quasi jazz, no? Quindi una voce che siamo felicissimi di essere riusciti a portare a Solomeo.
– Quindi avremo l’intero borgo in musica.
Come sempre cercheremo di utilizzare gli angoli più belli del paese, dal teatro alle piazze, alla chiesa all’anfiteatro.
Scenderemo poi all’anfiteatro per lo spettacolo del New York Gospel Choir. Quindi sì, tutti gli angoli più belli e caratteristici del nostro bellissimo paese.
GLI APPUNTAMENTI
Tra gli altri appuntamenti in programma da segnalare: il concerto “Voci da Broadway” con la pluripremiata attrice, cantante e musicista Elizabeth Stanley, nota al grande pubblico per le sue straordinarie interpretazioni a Broadway; ha recentemente recitato nel musical di Alanis Morissette Jagged Little Pill con cui ha vinto il Grammy Award per l’incisione discografica (28 giugno Teatro Cucinelli).
Per il Concerto sotto le stelle: “W.A. Mozart: Messa dell’Incoronazione KV 317” con il Coro Canticum Novum di Solomeo e l‘Accademia Hermans diretti da Fabio Ciofini (30 giugno, Anfiteatro).
E ancora, l’artista Tony Duncan (Apache, Arikara e Hidatsa), considerato tra i migliori hoop dancer – 5 volte Campione del mondo di Hoop Dance – porterà al Festival l’affascinante cultura dei nativi americani attraverso il linguaggio della danza e della musica (28 giugno, Piazza del Castello).
Il gruppo Arundo Donax sax quartet, insieme alla soprano Federica Raja, con “Dancers In Love”, un concerto che si basa sulla musica di Duke Ellington e Billy Strayhorn appositamente arrangiata per la formazione del quartetto di sassofoni (30 giugno Piazza del Castello); la formazione umbra Nahars Piano Trio con il concerto “American dream”: l’idea dell’America, di chi l’ha sognata, di chi l’ha raccontata, di chi l’ha amata (29 giugno, Piazza del Castello).
Il gruppo vocale a cappella Cherries on a swing set con un doppio programma: “Gershwin & Co”, la nascita del musical Americano, a partire da colui che ne viene definito l’ideatore, raccontata a sole voci, e “American Pie”, il sogno a stelle e strisce conquista il mondo, dall’immediato dopoguerra ai giorni nostri, tra black music e pop (29 giugno, Giardino degli Ulivi).
I LUOGHI DEL FESTIVAL
Ogni giorno, dal 28 giugno al 2 luglio, si inizia con i concerti al Teatro Cucinelli alle 17. Si prosegue alle 18 all’ombra del campanile dove si svolge il primo dei momenti musicali che segnano il passaggio da un concerto all’altro durante il Festival e inondano di musica le vie del paese; alle 18.30 la Chiesa di San Bartolomeo ospita i concerti eseguiti sullo splendido organo costruito dall’organaro perugino Adamo Rossi nel 1791; alle 19.30 il Giardino degli ulivi, un tempo orto della casa parrocchiale, ora un delizioso giardino posto a sinistra della chiesa accanto all’ingresso della canonica, ospita il secondo intermezzo musicale da gustare insieme all’aperitivo che viene offerto a tutto il pubblico; alle 20 in Piazza del Castello si tiene il penultimo degli eventi della giornata, fatto di musica, danze o reading. Alle 21.15 nell’Anfiteatro, all’interno del Foro delle Arti, proprio di fronte al Teatro Cucinelli, va in scena il Concerto sotto le stelle, appuntamento conclusivo di ogni singola giornata. Nelle giornate del 1 e 2 luglio, invece, un concerto serale presso l’architettura-monumento Tributo alla dignità dell’uomo e in Anfiteatro, alle 21.15.