Vi raccontiamo passo passo la conferenza stampa del Festival dei Due Mondi che si terrà dal 25 giugno all’11 luglio affrontando i vari argomenti con vari “lanci” per rendere in tempo quasi reale i contenuti della conferenza preliminare che si è tenuta stamattina alle 11,30 a distanza, in attesa del programma ufficiale del Festival che sarà presentato a marzo nella sede del MiBACT.
Viva la musica
Monique Veaute, nuovo direttore artistico del Due Mondi, punta sulla musica decisamente: coprirà il 60 per cento del programma. Al punto che oltra al concerto di chiusura ci sarà anche quello di apertura. Non solo. Saranno due le orchestre protagoniste. L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Mario Pappano e l’ Orchestra Festival di Budapest di Ivan Fisher. “Sono due tra le prime 10 orchestre al mondo” ha detto con orgoglio Veaute. Con loro lavoreremo per i prossimi 5 anni e questo ci permetterà una grande libertà. Non solo: le ospiteremo qui a Spoleto. Trecento musicisti che vivranno la città e ne respireranno gli umori. Suoneranno anche in luoghi particolari, come ha detto di voler fare Ivan Fisher dopo aver visitato il mese scorso la città angolo per angolo”. “Durante il primo lockdown – ha raccontato il maestro Fisher collegato in diretta – a Budapest abbiamo organizzato concerti da camera che abbiamo poi trasmesso attraverso canali internet. Così oltre al concerto di apertura, ho ritenuto opportuno proporre di allestire durante il Festival formazioni da camera che suoneranno in angoli di grande pregio ricchi di storia e cultura. Suoneremo davanti al Duomo ma anche nei cortili, nelle piazzette. Trasformerò Spoleto nella città della musica e la porterà dappertutto. Del resto sono molto legato al maestro Menotti. Quando ho vinto il primo premio per Giovani direttori, era il 1977, lui era membro della giura. Il suo giudizio fu decisivo per l’inizio della mia carriera. A lui devo davvero molto, nutro nei suoi confronti sincera gratitudine”. E anche il maestro Pappano che ha parlato dell’impronta da Mille e una notte che avrà il concerto di chiusura (ha anticipato l’Italiana in Algeri di Rossini, Fazil Say e Rimsky-Korsakov ndr.) ha detto che lui stesso tornerà a suonare in qualche luogo di Spoleto.
Ci sarà anche la lirica ha detto Monique Veaute ma non si è sbilanciata per … scaramanzia. “Sarà una grande cosa”. Per ora niente produzioni originali: “Il lockdown – ha detto – ci ha impedito di programmare nell’immediato. Ma abbiamo 5 anni di tempo e lo faremo”. Possibile anche la collaborazione tanto auspicata con il Lirico Sperimentale, lei conosce e stima il direttore artistico Michelangelo Zurletti, con il quale si incontrerà quanto prima per verificare l’ipotesi di un progetto comune.