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Festival delle Nazioni dedicato alla Francia nel segno di due premi Oscar

CITTA’ DI CASTELLO –  Città di Castello dal 28 agosto al 12 settembre ospiterà la 58esima edizione del Festival delle Nazioni con cui si apre una nuova fase progettuale della durata di tre anni. Il Festival quest’anno è dedicato alla Francia, Paese che diventa capofila delle future linee programmatiche che nel ‘26 scorreranno sulla Germania e i Paesi informati dalla cultura germanica, per approdare nel 2027, sessantesimo anno di vita del Festival, a un grande sguardo sull’Europa intera.

PROGRAMMA E PROTAGONISTI

La 58ª edizione del Festival delle Nazioni, si inaugura – 28 agosto, Chiesa di San Domenico – con la Chengdu Symphony Orchestra. Un crocevia di culture e suggestioni impagina il programma con Maurice Ravel affiancato alle pagine dei cinesi Zhao Jiping, autore della colonna sonora di “Lanterne rosse” e di Wen Ziyang, giovane compositore che dell’interculturalità ha fatto il suo manifesto compositivo. Podio al femminile con la giovane Chen Lin che leverà la bacchetta su Ning Feng, violinista tra i più virtuosi, premio Paganini 2006, interprete del Concerto n. 1 per violino e Orchestra di Jiping.

Declinati in francese sono quasi tutti i concerti cameristici che avranno una forte connotazione tematica e non saranno solo dei “camminamenti” interni al territorio musicale, ma si dirameranno tra i dolci siti geografici umbri e tra i capolavori del patrimonio artistico che li abita.

Il 30 agosto Les Coquelicots Trio, formazione specializzata nel repertorio francese, nella Monastero Santissimo Crocifisso e di Santa Maria di Citerna darà vita alla Promenade Dans le Jardin de l’Ame, (realizzato in collaborazione con la Fondazione “Luigi Bon”) viaggio tra le note di Bonis, Faurè, Du Parc, Debussy, Satie, Poulenc, Ravel, Massenet.

Risuonarte

Passaggio di testimone a RisuonArte: Carte blanche a Ensemble Suono Giallo titolo del progetto affidato all’omonimo Ensemble umbro, ormai affermato sulla scena internazionale, soprattutto come raffinato interprete della musica contemporanea. I musicisti di Suono Giallo – il 30 e 31 agosto -accompagneranno il pubblico in un percorso musicale attraverso le musiche di Ravel, Berio (di cui quest’anno si ricordano i cento anni dalla nascita) Scodanibbio, Sciarrino e Aperghis. In maniera speculare, contemporaneamente, lo spettatore sarà accolto da guide esperte per essere condotto attraverso le splendide sale della Fondazione Palazzo Albizzini sede della rinomata Collezione Burri, della Pinacoteca Comunale, del Museo Diocesano e dell’Auditorium San Giovanni Decollato che racchiude al suo interno due dipinti attribuiti alla scuola di Luca Signorelli.

L’elogio al sassofono e al suo repertorio – nelle scritture originali o nelle trascrizioni – sarà l’appuntamento con l’Italian Saxophone Quartet, del 1° settembre. A Monterchi nei Giardini dei Musei Civici, dove si può visitare l’affresco di indescrivibile bellezza della Madonna del Parto di Piero della Francesca, il noto ensemble con a capo Federico Mondelci proporrà un programma raffinato ed originale, anche questo tutto francese.  La scena musicale del Quartetto si apre con Singelée, figura chiave di compositore per la letteratura originale dello strumento per poi attraversare autori, epoche e stili diversi tra loro, che hanno contribuito allo sviluppo del repertorio del sax, arricchendone le possibilità espressive e sonore. Si ascolteranno, quindi, pagine di MartiniBozzaFrançaixBizet, Legrand, Galliano.

Dopo il concerto a tema Paris, New York, Buenos Aires del Beltrani Modern Piano Trio, (1 settembre, Città di Castello, Auditorium San Giovanni Decollato) che costruirà un asse ideale tra il Gershwin di Un americano a Parigi e le memorabili pagine di Piazzolla, che rivoluzionò il tango argentino fondendolo con il jazz ispirato dai suoi studi a Parigi con Nadia Boulanger, nella Chiesa Santa Maria Assunta (3 settembre, Monte Santa Maria Tiberina), un programma francese a tutto tondo sarà Beau Soircon il soprano Daniela Pini accompagnata all’arpa da Morgana Rudan. Debussy della Sera incantevole aprirà la seratacui faranno seguito musiche di Poulanc, Massenet, Pierné, Fauré, di Rossini e Donizetti francesi, Tournier, Saint-Saens, Hasselmans, Bizet. 

Carattere tematico avranno i concerti pianistici del 6 e 7 settembre. Come si sa il rapporto tra Rossini e la Francia fu molto stretto. Il Pesarese trascorse lunghi anni a Parigi, dove fu sempre accolto da successi trionfali e compose alcune tra le sue opere più belle e ambiziose. Nella Chiesa di San Niccolò di Lisciano Niccone, si aprirà la prima parte di Italiens à Paris con il pianista Marco Scolastra, uno tra gli ultimi allievi di Aldo Ciccolini: infatti, il concerto vuole essere anche un omaggio a Ciccolini, straordinario Maestro italiano naturalizzato francese cui si deve il prezioso contributo alla riscoperta del Rossini pianistico dei Péchés de vieillesse. Nel concerto di Scolastra si volta pagina con l’altrettanto raffinato Erik Satie, per tornare al Rossini dei Péchés de vieillesse con il pianista Alessandro Marangoni che il 7 nella Chiesa di Pieve Santa Maria dei Servi di Pietralunga, eseguirà un’altra parte dei 150 pezzi che costituiscono la raccolta.

Un secolo di Francia prima e dopo le due Guerre è il titolo dell’ultimo segmento delle serate a tema del Festival, dove il pianista francese Michel Bourdoncle  11 settembre, Chiesa di San Domenico a Città di Castello  restituisce al pubblico una esplorazione della musica d’oltralpe di un periodo di profonde trasformazioni storiche e culturali. Una selezione di opere e autori, studiata e meditata che dipana e lega il tardo romanticismo all’impressionismo sino a giungere alle avanguardie del secondo Novecento, sottolineando la specificità del lessico musicale della Francia. Si ascolteranno qui pagine di de Séverac, Challulau, Chopin, che visse a lungo a Parigi sino alla morte, Jougla, Boulez e Debussy.

 

Richard Galliano, uno dei massimi esponenti della musica jazz, presenterà il 31 agosto nella Chiesa di San Domenico di Città di Castello, un programma dedicato alla Parigi del dopoguerra, e festeggerà proprio a Città di Castello i suoi cinquanta anni di luminosa carriera.

Richard Galliano © Serge-Braem

Il 9 settembre nell’Abbazia di San Salvatore di Montecorona a Umbertide il violinista Massimo Quarta, Premio Paganini 1991, si unirà al già citato ottimo pianista Alessandro Marangoni per l’esecuzione del raro Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi op.21 di Ernest Chausson, affiancati da una delle realtà più prestigiose umbre, l’Umbria Ensemble che saranno anche gli interpreti Quartetto n. 1 op. 5 di Darius Milhaud, dedicato a Paul Cézanne.

Massimo Quarta

Interessante il progetto legato a nuova “versione” de ‘Il piccolo principe’ di Antoine de Saint-Exupéry, (6 settembre San Giustino) nell’interpretazione di Vanessa Gravina (nella foto).

Una sorta di melologo, quello che in narrativa si chiamerebbe pretesto letterario, qui diventa pretesto musicale, che unisce parola e suono, attraverso l’esplorazione delle composizioni di Bacalov, Nyman, Glass e Satie. Un percorso accompagnato al pianoforte da Corrado De Bernart.

Parola e musica in uno speciale omaggio al cinquantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini che in Francia fu molto apprezzato. Scritto e interpretato da Guido Barbieri (testo in collaborazione con Fabiana Piersanti) Storia di un Gesù (4 settembre Anghiari Auditorium Mascagni) è la storia di un Gesù mai esistito, un Gesù di pietra, con gli occhi d’inchiostro e le sopracciglia nere, nato tra i Sassi di Matera e morto alla fine di un film.

Storia di un Gesù @Giorgia Mazzoli

È la storia vera, in realtà, di Enrique Irazoqui, il giovane anarchico e sindacalista catalano che Pier Paolo Pasolini, per caso e poi per volontà, scelse per la parte del protagonista di uno dei suoi film più discussi e controversi, Il Vangelo secondo Matteo. La parte musicale, che parte ovviamente da Bach per arrivare a Nyman Sollima, sarà affidata ai Solisti dell’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani, compagine di giovani talenti, già avviati a una solida carriera artistica.

C’è anche una sezione dedicata a François Truffaut, tra i cineasti francesi indiscutibilmente più importanti della scena mondiale.

François Truffaut (da NoteVerticali.it)

Il contributo interseca proiezioni cinematografiche, jazz e voce con la partecipazione di un ensemble di artisti di fama internazionale, tra cui Rita Marcotulli, Javier Girotto, Aurora Barbatelli, Ares Tavolazzi, Roberto Gatto e Vince Abbracciante, per la regia di Maria Teresa De Vito (3 settembre Città di Castello Chiesa di San Domenico).

LA CHIUSURA

Conclusione del Festival delle Nazioni il 12 settembre, Chiesa di San Domenico – con i riflettori accesi su uno dei gruppi più celebri del concertismo italiano: I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella.

Rachel Portman (da SMS News Quotidiano)

Di pregio il programma che, come già accennato, vedrà la prima esecuzione assoluta di una nuova produzione del Premio Oscar Rachel Portman dal titolo Filmscapes per flauto ed archi, nell’interpretazione di Massimo Mercelli (dedicatario del pezzo). Completano la prestigiosa serata il Concerto per Archi di Nino Rota, di Benjamin Britten la Simple Symphony op. 4, e di Dmitrij Shostakovich/Rudolf Barshai la Sinfonia da camera in do minore op. 110a (trascrizione del quartetto op. 8 per le vittime del nazismo).

LARGO AI GIOVANI

L’attenzione del Festival verso i giovani talenti che stanno intraprendendo la carriera concertistica si concentrerà anche nel triennio 2025 – 2027 su alcuni eventi a loro dedicati. Tra questi, il concerto dei finalisti del Concorso Nazionale Alberto Burri per gruppi giovanili di musica da camera, che nel 2025 giungerà alla sua VIII edizione, iniziativa che rappresenta un’importante vetrina per le nuove promesse della musica.

Il 29 agosto il Trio Rinaldo  vincitore del Concorso Burri 2024, nonché del prestigioso Premio Abbiati 2024 – nella Chiesa di San Francesco di Montone sarà interprete di un programma che impagina musiche di Faurè, Casella e Ravel, invece il Dynamis Piano Quartet – finalista dell’edizione 2024 del Concorso – sarà impegnato con pagine di Fauré e Piazzolla.

Anche nell’edizione 2025, come per il triennio 2025 – 2027, il Festival continuerà a sostenere e promuovere il progetto Itinerari didattici musicali che coinvolge i giovani musicisti della Scuola Secondaria di 1° grado statale “D. Alighieri – G. Pascoli“, affiancati dai loro insegnanti dell’indirizzo musicale, per offrire esperienze formative e di crescita. Insieme alla Scuola secondaria verrà coinvolto nel progetto il 1° Circolo didattico “San Filippo” che per l’occasione curerà la formazione di un gruppo corale con le classi quinte. Il coro della scuola primaria insieme all’orchestra della scuola secondaria, a conclusione del percorso didattico sugli autori della nazione ospite del Festival, proporranno un concerto con musiche di Saint-Saëns, Susato e Rimski-Korsakov oltre a danze popolari di Anomini.

Per proseguire con il filone di progetti legati all’educazione e formazione del pubblico, il Festival delle Nazioni proporrà – in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica Giacomo Puccini – un percorso musicale di particolare rilievo mirato alla specificità della nazione ospite. Identificato come progetto “Maestri e allievi”, prevede l’organizzazione di alcune particolari esibizioni pensate in Botteghe-Museo che permetteranno di ripercorre la tradizione artigianale del territorio, come il Museo della Tela Umbra con i suoi pregiati tessuti, la Grifani-Donati, specialisti di tradizione delle arti grafiche, e il laboratorio dell’Oleificio Ranieri per la produzione olearia. Il progetto sarà arricchito dalla presentazione in prima assoluta delle musiche del giovane compositore Riccardo Catria (1999). Un focus, inoltre, sarà dedicato alla alta formazione cameristica, con il Corso di musica da camera tenuto da Pierpaolo Maurizzi.

NICOLA PIOVANI E IL SUO PRELUDIO AL CANTICO

Fari puntati sulla composizione Preludio al Cantico di Nicola Piovani, che vedrà la partecipazione della Corale Marietta Alboni.

“Preludio al Cantico, scritto nel 2015 – racconta Nicola Piovani della sua creazione – doveva essere il primo capitolo di un’opera sinfonica dedicata al Cantico delle Creature. La commissione però, per motivi complessi, si fermò. Io avevo intanto scritto il primo capitolo, intitolato Preludio al Cantico e decidemmo di presentarlo nel settembre del ‘15 durante l’evento Il cortile di Francesco ad Assisi. L’esecuzione era prevista all’aperto ma, purtroppo, il maltempo ci mise la coda: l’esecuzione pubblica non avvenne a causa della pioggia e l’opera tornò nel cassetto. Sono molto felice che ora possa finalmente vedere vita in pubblico al Festival delle Nazioni in occasione degli 800 anni del Cantico delle CreatureIl Preludio canta il tema francescano dell’amore per la natura, la sua sacralità, la sua bellezza e il suo mistero, tema che è reso ogni giorno più importante dai disastri ambientali che l’uomo sta provocando sul proprio pianeta. E ne sta minacciando anche su pianeti vicini”.

Piovani inoltre, sarà protagonista il 2 settembre, a Sansepolcro, Piazza Torre di Berta,  del racconto musicale Note a margine in cui seduto al pianoforte (Marina Cesari al sax, Marco Loddo al contrabbasso e Vittorino Naso alle percussioni), condividerà con il pubblico esperienze, ricordi ed emozioni di oltre quaranta anni di carriera, gli incontri importanti con personaggi del calibro di Fellini, dei Taviani, Benigni, Cerami e molti altri.

HANNO DETTO

Massimo Mercelli

 

“Il Festival delle Nazioni vuole delineare, ancora una volta, – spiega il direttore artistico Massimo Mercelli – un percorso culturale di ampio respiro, che intrecci internazionalità e patrimonio artistico territoriale su cui poniamo particolare attenzione. Si ripercorrerà la storia dei ‘cugini francesi’ ma anche dei ‘francesismi’ che hanno sempre influenzato la cultura e l’arte italiane e viceversa. Si scandaglierà, inoltre, il dopoguerra francese, tra sperimentazione e ritorno all’ordine, percorrendo tutti i generi e i linguaggi dell’arte, compreso il cinema d’autore, senza tralasciare l’impressionismo e il modernismo di Debussy e Ravel, per giungere all’epoca a noi contemporanea, con una punta di diamante come Pierre Boulez, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita. Parallelamente faremo scorrere anche spiritualità e storia: nel 2025, infatti, ricorrono gli 800 anni del Cantico delle Creature di San Francesco, che celebreremo con l’esecuzione di una composizione per coro e orchestra firmata dal premio Oscar Nicola Piovani, una proposta davvero unica per il concerto di apertura. A questo importante progetto, frutto della collaborazione tra il Festival delle Nazioni ed Emilia Romagna Festival, si aggiunge la prima mondiale del brano Filmscapes per flauto ed archi di Rachel Portman – Premio Oscar anche lei, per la colonna sonora del film Emma – interpretato dai Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella e che vede la compartecipazione alla produzione – oltre ai Festival delle Nazioni ed Emilia Romagna Festival – del Veneto Festival e del Ljubljana Festival“.

Silvia Polidori

“Anche quest’anno – afferma la presidente del Festival Silvia Polidori – la nostra vetrina si fonda su un articolato progetto di sviluppo culturale e artistico che mantiene salda la vocazione internazionale con cui è nato, ma ora mira ad allargare e a consolidare il rapporto con il più ampio territorio dell’Alta Valle del Tevere, amplificando le proposte che, dal centro fondatore di Città di Castello, si irradino nelle zone limitrofe, accentuandone l’aspetto attrattivo di rilevanza internazionale. Le linee programmatiche vogliono seguire una visione strategica ben definita, capace di coniugare la valorizzazione del patrimonio culturale locale con l’apertura a collaborazioni di prestigio che varchino i confini cittadini, coinvolgendo un ampio spettro di comuni e borghi dell’Alta Valle del Tevere. Questo desiderio di diffusione territoriale mira a valorizzare le specificità di ogni luogo, creando un percorso che attraversa paesaggi suggestivi e centri storici di pregio, che includa e coinvolga attivamente le amministrazioni pubbliche, le istituzioni scolastiche, le scuole di musica, le strutture di promozione turistica, creando un circolo virtuoso che favorisca, così, lo sviluppo culturale ed economico del territorio. E se dovessimo cercare di sintetizzare lo scopo in uno slogan, mi verrebbe da dire “L’Alta Valle della Cultura, dell’Arte, del buon Vivere e dello Spettacolo”.

Luca Secondi

 “L’edizione di quest’anno del Festival delle Nazioni, la 58esima edizione “degli Oscar”, – dichiarano il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi e l’assessore alla Cultura, Michela Botteghi – coglie con grande puntualità, rigore di riferimenti e di programmi lo spirito musicale che ha accompagnato il farsi e il prodursi della manifestazione dalla sua prosecuzione fino ai giorni nostri come fatto autenticamente e crescentemente popolare. Proprio l’articolazione del programma dedicato alla Francia, nazione ospite, dimostra come solo attraverso la musica sia possibile un confronto con gli altri in grado di far uscire nuova melodia, nuova spiritualità, nuovi stimoli vocali e sonori da pagine di storia inevitabilmente consegnate al passato. A partire da questo nucleo di ascendenza musicale, il Festival ha saputo commissionare al “gusto” contemporaneo ai nostri giorni ipotesi di riascolto del passato prossimo secondo canoni e preferenze che appartengono alla cultura di oggi, al modo di “sentire” e di “vivere” tutto ciò, stretto in un programma quanto mai dinamico e vario, con prime assolute a livello mondiale, in grado di far confrontare l’idea della Nazione italiana con le altre Nazioni europee: il Festival è delle Nazioni perché, anno per anno, non si limita a convocare a Città di Castello una Nazione-ospite, ma ne riproduce le condizioni ideali e i presupposti materiali della nascita. E, proprio attraverso l’edizione dedicata alla Francia questo meccanismo virtuoso è sembrato quanto mai chiaro, vivace e produttivo di futuro grazie anche alla formula unica ed itinerante del Festival che tocca città, luoghi, palazzi, monumenti, chiese e simboli identitari dell’Alta Valle del Tevere una “valle museo” che racchiude bellezze artistico-culturali di secoli diversi”.

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