FERENTILLO – Torna la festa di San Sebastiano patrono di questo paese della Valnerina ternana. Il programma religioso prevede nella serata di mercoledì 19 alle ore 21 a Santa Maria di Matterella veglia di preghiera con l’adorazione eucaristica; giovedì 20 all’alba suono del campanone dal campanile della Collegiata a cura del Gruppo dei campanari; alle ore 11 solenne celebrazione eucaristica con la partecipazione del sindaco Elisabetta Cascelli il gonfalone civico con le guardie municipali, i rappresentanti delle associazioni locali e il presidente della Pro Loco Alessandro Barbonari.
La cerimonia sarà presieduta dal nuovo parroco don Simone Maggi insieme a don Rinaldo Cesarini e ai parroci della VI foranea; alle 12 processione con il Busto reliquiario del martire (nella foto di copertina) per le vie del paese e benedizione a piazza Garibaldi.
“Celebriamo il nostro patrono come ormai da 500 anni con fede e devozione sopratutto in questo periodo contraddistinto dall’epidemia covid – afferma lo storico Carlo Favetti – San Sebastiano preservò il paese dall’ epidemia di colera. L’iconografia lo distingue con il martirio delle frecce. Abbiamo molti affreschi che lo rappresentano sulle pareti delle nostre chiese come a Gabbio affresco di Francesco da Lugnano del 1534; a Nicciano affresco di Giovanni di Girolamo Brunotti scuola dello Spagna del 1525; San Mamiliano affresco del 1560; Castellonalto affresco del 1595; Precetto 1557 Perino Cesarei; abbazia di San Pietro in Valle affresco del 1523 di Piermarino di Giacomo; Matterella statua in terracotta della fine del XVI secolo, busto ligneo della prima metà del XVII sec. San Sebastiano – aggiunge Favetti – qui e’ festeggiato due volte a Gennaio come da calendario e il 20 agosto giorno in cui si ricorda la scampata pestilenza. Fu in questa data che il Busto ligneo, che oggi si venera, venne portato in processione per il paese e la peste non colpì la popolazione. Evento – conclude – che si ripete con i personaggi in costume d’epoca nello stupendo quadro della manifestazione de’ le rocche raccontano, che ormai è divenuto un appuntamento culturale e rievocativo a livello europeo”.