FERENTILLO – Cosa rimane di quello che era un tempo il vanto di Ferentillo, della Valnerina e dei cittadini che da ogni parte venivano per gustare il fresco delle giornate estive e di bere l’ acqua che scaturiva dalla viva roccia considerata oligominerale? Rimane soltanto un ricordo sbiadito ma per fortuna vivo nel cuore dei ferentillesi che seppur quell’acqua sia scomparsa da tempo, rammentano quel parco che è stato tanti anni fa riqualificato dal Comune, dalla Comunità Montana e dal Consorzio.
Oggi però lo vedono con tavolinetti degradati, cassonetti traboccanti di mondezza, vialetti ammantati di erbacce, ponticelli manomessi e attraversamenti del ruscello costruiti alla buona, vegetazione che cresce ovunque invadendo spazi per il soggiorno e per i giochi dei bambini. La maleducazione e l’inciviltà dell’uomo, poi, è sotto gli occhi di tutti e questo ci fa riflettere sull’ importanza di mantenere e custodire il grande patrimonio ambientale di cui e’ ricco questa parte del territorio ferentillese. Il Parco da sempre è stato un luogo magico e misterioso, immerso nella gola del fosso di Riti a poca distanza dal paesetto di Castellonbasso lungo la strada che raggiunge le alture del Salto del Cieco per poi proseguire per Polino e Leonessa. Un’area ricca di qualità, pregiate arboree dove, tra i rami, nidificano specie di uccelli protetti. Nel sottobosco in ogni stagione si possono incontrare istrice, riccio, donnola, volpe, cinghiale, a volte anche il lupo. L’ acqua del ruscello, freschissima, ancora ospita piccoli pesci. Ci chiediamo: a chi giova tutto questo degrado? Un paese votato da sempre al turismo per le sue grandi risorse ambientali e soprattutto storico artistiche come mummie, rocche, San Pietro in Valle e anche sportive come le falesie di Precetto, e’ assai poco producente perdersi così, con queste emergenze.