PERUGIA – “FaTe” sta per Famiglie a teatro ed è una proposta di Micro Teatro Terra Marique che sta per “tante cose”, come l’associazione dice di sé. Nel senso che è promozione sociale, centro culturale, centro studi e di formazione, residenza artistica, compagnia teatrale, casa editrice e discografica.
Oggi puntiamo l’attenzione su questa rassegna di quattro spettacoli per bambini e famiglie che parte il 14 gennaio per terminare il 24 marzo e che si svolge al Teatro Bonucci di Colombella, a Perugia, e al Teatro La piazzetta di Magione.
Di questo e altro, come nostra consuetudine, parliamo con Claudio Massimo Paternò, attore, regista pedagogo teatrale e direttore artistico di “FaTe”.
– Da dove nasce l’idea di “FaTe” e come è stata costruita questa rassegna?
FaTe è un acronimo e significa appunto Famiglie Teatro. Famiglie al plurale, nel senso di tutti i tipi di famiglie, proprio perché noi abbiamo come idea l’inclusione. E gli spettacoli per bambini, in realtà sono per le famiglie, quindi non devono piacere solo ai bimbi ma anche ai genitori. Questa è una rassegna che inizia d’inverno, procede fino a marzo con quattro spettacoli e poi ricomincerà a giugno e luglio.
– Le compagnie protagoniste di questi primi quattro spettacoli?
Tutte di respiro nazionale e con proposte assolutamente originali, innovative. Tengo a sottolinearlo perché a volte si pensa che gli spettacoli per bambini o di figura siano solo quelli tradizionali, mentre non è così. Persino i titoli più consueti hanno in realtà delle rivisitazioni in chiave contemporanea. Noi come Micro Teatro facciamo produzioni nostre e se, per esempio, facciamo “ Soldatino” parliamo dell’immigrazione oppure se proponiamo una storia basata sulle streghe parliamo di bullismo.
– Entriamo nel merito dei quattro spettacoli?
Apriamo con “Il Libro Magico” il 14 gennaio alle 17,30 – al Teatro Bonucci di Colombella. E’ una produzione del Teatro Zeta di L’Aquila, scritta e interpretata da Carmine Barbato e Simone Fabiani con la scenografia di Roberto Foresta, i costumi di Isaura Bruni, la supervisione artistica di Manuele Morgese, l’organizzazione di Odoardo Tomassi e le musiche originali di Daniele Savoldi.
La storia narra le avventure di due fratellini che, dopo aver rotto tablet e playstation, sempre per tornare al discorso che facevamo prima, scoprono un vecchio libro di favole che li trasporta in un mondo magico.
– C’è poi “A capofitto”. Di che si tratta?
Sì il 28 gennaio sempre al Teatro Bonucci e sempre alle 17,30. E’ una produzione della Compagnia degli Accettella – Teatro Mongiovino – StraLunò – Roma, liberamente ispirata alle storie di Alice Cascherina di Gianni Rodari, scritta e interpretata da Stefania Umana e Silvia Grande, con le musiche originali di Nicola Maraja, la scenografia di Andrea Croci e le luci di Roberto De Leon.
È il racconto delle vicende di due anziane signore, Erminia e Annunziata, che cuciono insieme una coperta per il nipotino che sta per nascere. Seguendo la tradizione del patchwork, che è l’arte del cucire raccontando, le due nonnine racconteranno storie per lasciarle impresse nella stoffa, così che il loro regalo al nipotino sia un augurio per una vita piena di stupore e di meraviglia.
– E arriviamo a marzo con gli altri due spettacoli.
Sì. “Ritorno ad Itaca” il 3 marzo stavolta al Teatro La piazzetta di Magione sempre alle 17,30. Questa è una produzione del Teatro Ridotto – Bologna, liberamente ispirata all’Odissea, scritta e interpretata da Lina della Rocca e Antonella De Francesco, con le figure animate di Gemma Marotta.
Lo spettacolo narra l’epopea di Ulisse che dopo aver vinto la guerra di Troia, torna nella sua terra, Itaca, da suo figlio Telemaco e da sua moglie Penelope. In questo viaggio, potremo riconoscerci noi stessi viaggiatori perpetui. E infine, scopriremo che è l’amore a guidarci e ad illuminare il nostro cammino per raggiungere la meta. Lo spettacolo si avvale di un suggestivo intreccio di musiche, racconti animati e giochi di ombre proiettate, che rendono omaggio a uno dei testi fondamentali della cultura classica occidentale. Nella seconda parte, lo spettacolo prevede il coinvolgimento diretto degli stessi bambini spettatori, che vengono chiamati a reinterpretare alcune delle storie messe in scena attraverso una modalità laboratoriale e interattiva guidata dalle stesse attrici professioniste del Teatro Ridotto.
– La chiusura spetta al “nostro” Tieffeu. Cosa propone?
Con lo storico Teatro di figura di Mario Mirabassi abbiamo un rapporto saldo nel tempo e con il quale collaboriamo. Nella nostra rassegna proporrà stavolta “Il Gatto con gli Stivali” il 24 marzo al Teatro Bonucci sempre alle ore 17,30. Questa produzione del Teatro di Figura Umbro è scritta e interpretata da Giancarlo Vulpes, con le figure animate di Ada Mirabassi.
Lo spettacolo è una divertente rivisitazione della famosa fiaba di Charles Perrault, che mette in scena le peripezie di un gatto che sa parlare, camminare, vestirsi e ingannare chiunque si metta sulla sua strada.
– Cosa augura allo spettatore del “suo” teatro e a quello del teatro in generale per questo anno nuovo?
Innanzitutto quello di andare a teatro. Non solo il mio. E’ il miglior investimento che può esserci. Tra l’altro in questa rassegna il biglietto unico costa 6 euro e con MTTM card 4.
Poi auguro di riscoprire i teatri, perché sono tantissimi. Così come scoprire gli spettacoli. Auguro al mio pubblico di continuare a divertirsi e a seguirci. E di portare altri amici fino a costruire una comunità, perché in realtà il teatro si basa su questo e per me è importante ricostruirle, perché il teatro ultimamente non è riuscito a farlo. Netflix è una comunità, tra virgolette, liquida, come direbbe qualcuno, mentre noi possiamo veramente stare e vivere il teatro come luogo di incontro, di conoscenza. Non soltanto di intrattenimento.